mercoledì 12 dicembre 2012

La mitologia scandinava o norrena.



Con mitologia nordicamitologia norrena o mitologia scandinava ci si riferisce alle credenze religiose pre-cristiane e alle leggende di popoli scandinavi (Danesi, Svedesi, Norvegesi), inclusi quelli che colonizzarono l'Islanda e le Isole Fær Øer, dove le fonti scritte della mitologia norrena furono assemblate. È da ritenersi pressoché separata da quella germanica (che include anche la strettamente correlata mitologia anglo-sassone), che è più tarda e con cui vi sono solo alcuni punti in comune in quanto le divinità della mitologia germanica sono trasposizioni di quelle norrene.
La mitologia norrena non è frutto di una "religione rivelata", in quanto priva di una fondazione storica individuale. Per la maggior parte dell'età vichinga venne trasmessa oralmente e le nostre conoscenze al suo riguardo sono principalmente basate su testi medievali (in particolare le due versioni dell'Edda), compilati successivamente all'introduzione del cristianesimo.
Nel folklore scandinavo, queste credenze sono durate a lungo anche successivamente al medioevo, in alcune aree rurali si sono conservate fino ai nostri giorni, venendo di recente rivivificate o reinventate, come l'Ásatrú o Odinismo. La mitologia norrena si è conservata anche come fonte d'ispirazione letterariaproduzioni teatralecinematografica e videoludica.



Secondo la mitologia norrena la terra si chiama Miðgarðr (lett. "recinto centrale"). Circondata dalle acque, alla sua sommità si trova Asgarðr, la dimora degli dei, raggiungibile unicamente tramite Bifröst, il ponte dell'arcobaleno.Giganti vivono all'esterno del mondo, al Nord, in un luogo chiamato Jötunheimr ("Paese dei giganti"). La dea Hel governa il sotterraneo regno omonimo, luogo predestinato ai defunti. Nel Sud vi è l'infuocato e misterioso reame di Muspell, il Múspellsheimr dimora dei giganti del fuoco. Ulteriori regioni dell'immaginario norreno sono Álfheimr dimora degli "elfi chiari" (ljósálfar), Svartálfaheimr dimora degli elfi oscuri (ma questa divisione tra elfi è fatta unicamente dal poema di Snorri), Niðavellir le miniere dei Nani.



Come si è detto le fonti principali della mitologia norrena sono le due versioni dell'Edda:

1) L'Edda in prosa (conosciuta anche come Edda di Snorri o Edda recente), è un manuale di poetica norrena che contiene anche molte storie di mitologia norrena. Il suo intento era di fare capire ai lettori e ai poeti norreni le sottigliezze dei versi allitterativi (versi che ripetono spesso gli stessi suoni), e di afferrare il significato celato di molte kenningar di uso frequente nella poesia norrena. Fu scritta dal dotto storico islandese Snorri Sturluson attorno al 1220. Sopravvive in sette manoscritti principali, scritti all'incirca fra il XIV e il XVII secolo.
L'Edda in prosa è composta da un prologo e tre parti:
  1. Fyrirsögn ok Formáli (intestazione e prologo)
  2. Gylfaginning (l'inganno di Gylfi) (20.000 parole circa), nel quale Snorri presenta i miti e le divinità più importanti, attraverso episodi tratti dalla cosmogonia e dalla mitologia.
  3. Skáldskaparmál (dialogo sull'arte poetica) (50.000 parole circa), nel quale Snorri si occupa delle metafore (kenningar), molto in voga presso gli scaldi.
  4. Háttatal (trattato di metrica) (20.000 parole circa), nel quale l'autore esamina i ritmi e i tipi di strofa

2) L'Edda poetica (anche nota come Edda in poesia o Edda maggiore) è una raccolta di poemi in norreno, tratti dal manoscritto medioevale islandese Codex Regius. Insieme alla Edda in prosa di Snorri Sturluson, l'Edda poetica rappresenta la più importante fonte di informazioni a nostra disposizione sulla mitologia norrena e sulle leggende degli eroi germanici. I ventinove canti che compongono l'Edda poetica, di differente antichità e provenienza, possono essere divisi più o meno in due categorie: i primi dieci canti sono di argomento sapienziale-mitologico e riguardano le imprese degli dèi; i seguenti diciannove sono di argomento eroico, incentrati - tranne il primo, il Carme di Völundr - sulle gesta degli eroi dei Völsunghi, tra cui spiccano Helgi e Sigurðr. Presenti solamente in manoscritti recenti rispetto al Codex Regius, non anteriori al XVII secolo, sono, invece, altri due carmi eddici: Grógaldr (Incantesimo di Gróa) e il Fjölsvinnsmál (Il lamento di Fjölsvidhr), editi normalmente assieme col nome di Svipdagsmál (Il lamento di Svipdagr). Lo Svipdagsmál è un poema epico simbolico che presenta varie similitudini con un canto canonico dell'Edda poetica: Skírnismál(Il discorso di Skírnir).



In principio c'erano il mondo del ghiaccio Niflheimr e il mondo del fuoco Muspellsheimr e tra di essi Ginnungagap, un "vuoto sbadigliante", nel quale non viveva niente
Qui fuoco e ghiaccio si incontrarono, dando forma al gigante primordiale, Ymir e alla vacca cosmica, Auðhumla il cui latte nutrì Ymir. La mucca leccò il ghiaccio, dando forma al primo dio Buri, che fu il padre di Borr, padre a sua volta del primo Æsir, Óðinn, e dei suoi fratelli, Víli e . Da Ymir discese invece la razza dei Giganti. Quindi i figli di Bor, Óðinn, Víli e Vé, uccisero Ymir e con il suo corpo formarono il mondo.
Gli dei regolavano il passaggio dei giorni e delle notti, così come delle stagioni. I primi esseri umani furono Askr ed Embla (frassino e olmo), formati dal legno e portati in vita ancora da Óðinn, Víli e Vé[1]Sól è la dea del Sole, una figlia di Mundilfœri, data in sposa a Glenr. Ogni giorno cavalca nel cielo sul suo carro trainato da due cavalli chiamati Alsviðr e Árvakr. Sol è perennemente inseguita da Sköll, un lupo che vuole divorarla (probabile spiegazione delle eclissi), e che prima o poi la raggiungerà. Fratello di Sol è Máni, la Luna, anch'egli inseguito da un lupo, Hati. Uno scudo, chiamato Svalinn, si interpone tra la Terra e il Sole, per impedire che questi bruci il suolo con la sua eccessiva violenza.
La veggente descrive quindi il grande albero Yggdrasill e le tre norne che tessono le trame del fato ai suoi piedi. Quindi descrive la guerra primordiale tra Æsir e Vanir e l'omicidio di Baldr. A questo punto rivolge la sua attenzione al futuro.

Al termine del tempo le forze del caos prenderanno il sopravvento, spezzando le loro catene. Guidate da Loki, daranno il via al Ragnarök, la battaglia finale tra la luce e la tenebra.
Le due forze contrapposte si annienteranno a vicenda, distruggendo con loro l'intera creazione. Dalle sue ceneri, tuttavia, un nuovo mondo risorgerà, una nuova coppia originaria, Líf e Lífþrasir (salvatisi dal Ragnarök nascondendosi nel bosco di Hoddmímir o nel frassino Yggdrasill a seconda delle varie credenze), ripopolerà Miðgarðr, ricominciando così un ciclo di ascesa e decadenza.

14 commenti:

  1. Ciao Riccardo, un pensiero veloce perché in questo periodo ho poco tempo.
    Cultura e storia celtica, vichinga e dei popoli del nord sono una mia passione, considerato anche che sono originaria e abito in Nord Italia.
    Purtroppo, però, questa parte di storia viene poco o niente studiata nelle scuole.
    In Piemonte, ad esempio, abbiamo cognomi e località e molte testimonianze del popolo celtico!
    Queste storie le leggo ai miei bimbi (assieme alla mitologia greca e romana) e rimangono sempre molto affascinati.
    Ovviamente, uno dei personaggi preferiti di Lorenzo è il dio vichingo Thor... .
    Bacioni e ti auguro una bella giornata.
    Federica

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    1. Ti ringrazio molto per questo commento perché mi dà l'occasione per approfondire un concetto importante. L'Italia non è solo classica, romana e cristiana. L'Italia è anche celtica e germanica, perché è stata occupata dai Galli e da una serie di popoli germanici, che provenivano dal nord scandinavo, e cioè i Goti, i Longobardi e i Normanni.
      Il substrato celtico si fa sentire nel nord attraverso le inflessioni dialettali e le tradizioni locali. Il superstrato germanico ha lasciato tracce sia nella lingua che nell'etimologia dei luoghi. Dunque è molto giusto quello che dici: anche la mitologia celtica e quella nordica e germanica hanno a che fare con noi e sono parte della nostra storia e tradizione. Lo dico soprattutto alle mie colleghe laureate in lettere classiche, le quali guardano con disdegno a tutto ciò che non è stato scritto nell'Atene di Pericle o nella Roma di Cesare e Augusto, e poi ripreso nei vari classicismi della letteratura italiana. Certo il classicismo è un filone importante, ma lo è altrettanto quello "romantico" che si nutre di un immaginario collettivo che ha origini nell'Europa centrale celtica o settentrionale germanica e normanna.
      Buona giornata a te!
      ;-)

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    2. Caro Riccardo, non posso che condividere tutto ciò che dici!
      Bacini, Federica

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  2. E' vero noi questa parte al liceo la studiamo pochissimo, è un peccato davvero
    Don't Call Me Fashion Blogger
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    1. E' una delle radici dell'Europa che viene dimenticata e fatta riemergere in maniera impropria, come quando si trasforma Thor in un fumetto o in un film troppo commerciale.

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  3. Ma che bella la mitologia scandinava! E dire che ne so poco e niente, (conosco si e no qualcosa su Thor, e giusto perchè l'hanno fatto diventare un supereroe) è un vero peccato!
    In qualche modo è simile alla mitologia graca e romana (nomi impronunciabili a parte^^) e sembra altrettanto interessante, aspetterò con ansia i tuoi prossimi post! ^^

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    1. Io sono arrivato a conoscerla perché è stata la mitologia che ha ispirato il genere fantasy e il mondo di Tolkien. Midgard era la terra di mezzo. Alfheim il regno delgi Elfi. Si entra subito nell'atmosfera della fiaba, così come la mitologia celtica aveva ispirato i poemi arturiani del ciclo bretone.
      Nel prossimo post parlerò della mitologia germanica e anglosassone!
      ;-)

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  4. Grazie a te, ora so anch'io qualcosa sulla mitologia scandinava.

    Ps: ho risposto al tuo commento di ieri, sono contenta che l'outfit di oggi ti sia piaciuto.

    Buona serata. Marcella

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    1. Considerando che sei una esperta di Bibbia e di Sacre Scritture, ormai in campo religioso ne sai più di me!
      Buona serata e a presto!
      ;-)

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  5. è incredibile quanto io sia ignorante in materia!! meno male che leggo i tuoi post! :D

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    1. In realtà credo che il 99% delle persone non conosca questo tipo di argomento, e non certo per ignoranza, ma perché ad approfondire questi temi sono solo coloro che proprio hanno un grande interesse. Come ho detto, io sono arrivato a conoscerle tramite lo studio della vita e delle opere di Tolkien, che era docente di filologia germanica ad Oxford.
      Comunque mi fa piacere di aver divulgato un argomento che di solito in Italia non si studia.
      ;-)

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  6. Ahhh qui anche io posso dire di conoscere la storia! Che bello rileggerla!

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    1. Dì la verità che hai antenati svedesi! Dal tuo aspetto si direbbe...
      ;-)

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