venerdì 17 maggio 2013

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 39. Gwydion e Marvin




L'Arcidruido Gwydion Pendragon era non solo il più caro amico d'infanzia dell'Imperatore-Profeta Marvin Eclionner Vorkidian, ma anche il sacerdote più potente dell'Impero.
Marvin stesso lo considerava il Custode supremo della Profezia.
Per questo nei ritratti aveva sempre in mano le chiavi.
Esse aprono e chiudono le porte della Profezia.
Tra gli altri ornamenti c'era l'Anello di Ametista, uno degli anelli del potere, che conferiva una calma e una concentrazione così grandi da permettere l'ascesi mistica agli Arcani Supremi.
La croce celtica era il simbolo solare di Belenos e la rosa rossa era il simbolo del casato dei Pendragon, la stirpe che, assieme ai Vorkidian, costituiva il clan dominante nel Regno dei Keltar.
Normalmente Gwydion risiedeva a Caemlyn o a Floriana sull'Amnis, ma nei momenti delle scelte difficili era sempre a Gothian, presso l'Imperatore-Profeta.



Quel giorno Marvin indossava un abito di seta dorata ed una corona d'oro massiccio.
In genere indossa le vesti della regalità quando quest'ultima è messa in discussione. 
Più il suo ruolo imperiale era minacciato, più lui lo sottolineava col vestiario.
Io lo so, forse altri lo sospettano, ma solo io lo so...
"I know I know, oh oh oh, I know I know, oh oh oh..." erano le parole di una specie di ninna-nanna che il giullare Macchia cantava alla principessa Shireen:.

It's always summer 
under the sea,
I know, I know
oh oh oh
The birds have scales, 
and fish take wing,
I know, I know
oh oh oh
The rain is dry 
and snow uprises,
I know I know,
oh oh oh.
The stones crack open,
the water burns,
I know I know,
oh oh oh.
The shadows come,
to dance, my love
I know I know,
oh oh oh.
The shadows come
to play with me,
and all I know
it's I'm alone.
The shadows rise,
and you're alone,
my love, my love,
oh oh oh.
I know, I know
oh oh oh,
I know, I know
oh oh ohhhhh....

Quella nenia risuonava nella mente di Gwydion, come un oscuro presagio.



Qui noi mangiamo i pesci, ma sotto il mare, i pesci mangiano noi.
Era una nenia paradossale e forse per questo piaceva tanto ai bardi.
Nelle età di transizione, gli adynata servono a ricordarci che tutto può essere sovvertito, persino il Trono dell'Imperatore-Profeta.
Gwydion si stava impegnando per aiutare Marvin, ma aveva il sospetto che il sovrano avesse soltanto una visione parziale della situazione presente e futura.
In questi momenti bisogna parlare con quella parte di lui che è più vicina alla realtà: bisogna rivolgersi all'Imperatore e non al Profeta. Solo così l'Imperatore si accorgerà che la sua visione è della Profezia è ancora incompleta.
Gli si avvicinò con circospezione:
<<Mio signore, vi trovo in splendida forma>>
Marvin sorrise:
<<Sto per risposarmi! Devo essere in forma smagliante per quel giorno>>
Gwydion ringraziò gli dei per il fatto che il sovrano era di buon umore.
<<Siete già perfetto così. La vostra sposa è una donna fortunata>>
Marvin pose un braccio sulla spalla dell'amico:
<<Sono io ad essere fortunato! Alice mi ha aiutato a ritrovare la serenità e la chiaroveggenza>>
L'arcidruido annuì, ma con meno entusiasmo:
<<Vostra Maestà, mi sono giunte voci di Profezie che coprono elementi non rilevati dalla vostra>>
L'Imperatore gli rivolse uno sguardo perplesso:
<<Vorresti dire che qualcuno ha premonizioni più valide della mia?>>
Gwydion gli si avvicinò e gli sussurrò qualcosa all'orecchio.



<<Sire, credo che vostra madre ed Alienor di Alfarian abbiano visto qualcosa che a voi non è apparso. La notizia mi è stata fornita da Pierre de Champagne, che ha ospitato l'Imperatrice Madre e la Regina degli Alfar. In particolare si ritiene che vostra nuora Eleanor abbia un ruolo importante e assolutamente invisibile>>
Marvin si accigliò:
<<Mia madre ha la cattiva abitudine di voler dirigere la mia vita, nonostante la mia venerabile età. Quanto a mia nuora, in effetti non compare. Credevo non avesse alcun ruolo rilevante, se non quello di apportare sangue elfico ai discendenti di mio figlio Arthur>>
Gwydion sospirò:
<<Si recherà a Lathena. Quello sarà uno dei vari campi di battaglia, per questa nuova fase del Gioco del Trono. Voi vincerete, mio signore, su questo non ho dubbi, ma il prezzo di questa vittoria sarà molto elevato. Occorre servirsi dei metodi tradizionali, con un valido controspionaggio sia a Lathena che qui a Gothian, e su su fino all'Ultima Thule>>
L'Imperatore prevalse sul Profeta:
<<Mi sembra una cosa saggia. Io vedo gli esiti di tutte queste controversie in modo parziale. Devo sapere cosa mi attende, passo dopo passo. Questo completerà la mia visione generale>>
Poi improvvisamente parve rattristato.



<<La verità, mio caro Gwydion, è che a volte io vorrei non aver mai avuto il dono della prescienza.  Vorrei ancora quel senso indefinito di aspettativa che avevo da ragazzo. Sai come vanno queste cose... ogni mattino ti svegli e dici: questo giorno sarà un grande passo verso una vita migliore, ed ogni giorno le cose non potranno che andare meglio, fino a condurre, un giorno, alla felicità. Non sapevo che era quella, la felicità, era quello il momento... era quello!>>
Gwydion si preoccupò, perché quando l'umore di Marvin mirava verso la malinconia, allora il Profeta tornava a farsi spazio, e così le reazioni impulsive, irrazionali.
<<Era un miraggio, Maestà. Ognuno a diciotto anni sogna la California>>



Marvin annuì:
<<Era il sogno di una notte di mezza estate. Ti sogno California... sì. Fantasticavo di andare, un giorno, nel Continente Occidentale, e raggiungere l'oceano. Quella visione era più che altro un'aspirazione esotica. Era la California, certo, ma era soprattutto "via di là"... verso cosa ancora non sapevo, ma lo respiravo... mi sembrava... sembrava cielo...>>



Gwydion sorrise:
<<Fantasticavamo insieme. Due ragazzi delle paludi di Keltar Senia, che sognavano di cambiare il mondo. E ci siamo riusciti>>
Riusciti sì, ma in meglio o in peggio? Come li avrebbe giudicati la storia?
Marvin però era tormentato da una specie di rimpianto, quasi una nostalgia.
<<Mi manca...>>
<<Cosa?>>
<<Keltar Senia... Amnisia... la mia Contea... quando io penso alla mia casa, penso ancora a quei luoghi che non vedo più da tanto tempo>>
Gwydion faceva fatica a seguire gli umori dell'Imperatore.
Oggi è pieno di paradossi. Temo che alla fine il Profeta avrà di nuovo il sopravvento.
Cercò di ammansirlo citando un celebre anacoluto di Pascoli:
<<Io, la Patria, è là dove si vive...>>
Marvin accennò a un sorriso, riconoscendo il poeta delle sue terre, ma ribatté citando Dante:
<<Io mi sono sentito esule come l'Alighieri:


«. . . Tu lascerai ogne cosa diletta
più caramente; e questo è quello strale
che l'arco de lo essilio pria saetta.
Tu proverai sì come sa di sale
lo pane altrui, e come è duro calle
lo scendere e 'l salir per l'altrui scale. . .»
Paradiso XVII: 55-60




Cast

Thomas Cranmer - Gwydion Pendragon

Jonathan Rhys Meyers - Marvin Vorkidian

La canzone è un mio riadattamento dalla ballata del giullare Macchia ne Il trono di spade.

It's always summer / there where you are / I know I know / my love my love // The rain is dry / and snow uprises / I know I know / my love, my love // The shadows come / to dance with you / and I'm alone / my love my love // the shadows come / to play with me / but you aren't here / my love my love / I know I know /my love my love...