sabato 23 novembre 2013

Gli Arcani Supremi. Capitolo 51. Giochi di ombre.



Robert incontrò Maggie Burke-Roche all'uscita della biblioteca.
Lei notò il suo sguardo sconvolto e non se ne meravigliò.
<<Hai scoperto qualcosa?>>
Lui la fissò severamente:
<<Ho scoperto la tua interpretazione del mistero, ma non la condivido. Si tratta di un gioco di ombre molto più complicato di quello che pensiate tu e le tue amiche della Wicca>>



Lei si aspettava questa reazione:
<<Ah, capisco. E allora il grande genio a quale soluzione è arrivato?>>
Lui si rabbuiò ulteriormente:
<<Per il momento sto seguendo una pista, ma sarebbe prematuro parlarne. Ed ora se non ti dispiace vorrei tornarne a casa mia, perché sono molto stanco>>
Lei annuì.
<<Spero che la notte ti porti consiglio>>
Era una chiara allusione al fatto che Robert faceva ultimamente sogni molto strani, da quali traeva ispirazione per contribuire a risolvere il mistero degli Arcani Supremi e del Varco di Hollow Beach.
Era già sera tarda quando uscì e la villetta degli Oakwood di Albany gli pareva ancor più cadente e tetra del solito, tanto da fargli venire in mente un racconto di Edgar Allan Poe, "Il crollo di casa Usher".



Era come se sulla casa gravasse lo spirito di Vivien Oackwood, duchessa di Albany, la nonna di Robert.
Gli pareva quasi che i grandi occhi di lei lo osservassero nella foschia, come sospesi in una nuvola sopra al tetto.
Si sentì come Jonathan Harker in Transilvania davanti al castello di Dracula.
Eppure un tempo quel rudere era stato uno dei luoghi a lui più cari.



Ma c'era un altro personaggio la cui memoria gravava su quel luogo, ed era quello di H.P. Lovecraft, che aveva divulgato buona parte dei segreti del Necronomicon.
A Robert pareva di vedere il volto cupo di quello scrittore dall'aria malinconica ed inquietante.



La notte si fece più buia.



Si avvicinò al cancello, sperando quasi di trovare una delle carte dei Tarocchi che Richard Stoker era solito lasciargli quando aveva compiuto un passo in avanti nell'iniziazione.
La trovò, ma l'Arcano Maggiore che vi era rappresentato non gli piacque per niente.
Era il Diavolo.

I dandy del primo Novecento



Durante la Belle Epoque (1895-1914) e in particolare nell'Età edoardiana (1901-1910), Parigi e Londra videro l'apogeo del dandismo.
Ce lo raccontano scrittori del calibro di Marcel Proust, che si ispirò al dandy Robert de Montesquiou per uno dei suoi personaggi più importanti, Palamède Guermantes, barone di Charlus.
Nel ritratto di Montesquiou che ho messo come prima immagine, possiamo vedere elementi che sono tornati di moda di recente, come il panciotto a doppio petto e la cravatta ascot di tipo plastròn oltre ad altri elementi che non sono mai passati di moda, come i gemelli ai polsini, i guanti bianchi e il bastone da passeggio, che è quasi un simbolo del dandismo, la pochette, il fiore all'occhiello e l'orologio da taschino con la catenella appesa ad un bottone del panciotto.




Vediamo un esempio di come questo stile è stato recentemente ripreso da personaggi più o meno noti.



L'attore Jude Law (con cravatta annodata col doppio nodo Windsor, il più elegante in assoluto) e l'attore Charles Dance, famoso per il suo ruolo di lord Tywin Lannister ne Il gioco del trono.



Si sta quindi, proprio in questi anni, riproponendo un'eleganza che era propria dell'alta società londinese durante il regno di Edoardo VII, un secolo fa.







Un altro dandy dell'epoca fu lo scrittore e premio Nobel per la Letteratura André Gide.





Da giovane Gide si vestiva ispirandosi al personaggio di Dorian Gray ed in uno dei suoi romanzi, "I sotterranei del Vaticano", è presente un personaggio molto simile a Dorian, e cioè Lafacdio.
Prossimamente tratterò dei dandy del periodo successivo alla Prima Guerra Mondiale.

Moda uomo. Scott Disick, il "reality dandy" - Nodo Windsor - Tie Windsor knot.


Scott Disick è un dandy contemporaneo divenuto noto attraverso un reality show americano. Ora è al centro del gossip americano in quanto è compagno di Kourtney Kardashian, da cui ha avuto due figli.



Un segno di eleganza e distinzione è il nodo Windsor doppio alla cravatta, per questo anche lui rientra nel Nodo Windsor Club.









Gli Arcani Supremi. Capitolo 50. I Circoli di Evocazione.


Nello sfogliare il Necronomicon, Robert si soffermò su vari abbozzi di quello che veniva chiamato "Circolo di Evocazione".
I copisti avevano pensato che si trattasse di evocazione delle anime dei defunti e per quella ragione avevano chiamato il testo col nome greco "Necronomicon".
Ma il vero nome era Al-Azif, l'Ululato dei Demoni. Un'evocazione ben più minacciosa!

Vi erano due o più cerchi concentrici, di cui il più interno circoscriveva due quadrati, che intersecandosi tra loro formavano una stella a otto punte.
Negli spazi ricavati dalle intersezioni, sono stati inseriti i segni dello Zodiaco.
Robert non si intendeva di astrologia.
Maggie invece deve essere un'esperta, se è vero che è una adepta della Via della Mano Sinistra.
Per quanto si fosse sforzato di capire il punto di vista di chi credeva nell'influsso delle stelle, Robert riteneva incredibile che ci fossero così tante persone disposte a credere nell'oroscopo.
La cosa più incredibile è che molti credano nell'astrologia e contemporaneamente nella religione cristiana, che ha sempre condannato le superstizioni di origine pagana.
Quel pensiero lo riportò al testo.
Alhazred non era certo cristiano. Ma non era nemmeno mussulmano, nonostante fosse fosse arabo. 
Il secondo circolo di evocazione dei morti presentava una stella a sei punte, simile a quella ebraica, ma le scritte erano in un alfabeto che a prima vista sembrava arabo.
Ma non è arabo. I caratteri sono troppo verticali e separati tra loro. Potrebbe essere un alfabeto indiano. Oppure una rimanenza di quello persiano avestico.



Rimaneva comunque del tutto incomprensibile.
Alhazred o chi per lui ha voluto confonderci soltanto le idee.
Gli schizzi successivi erano delle aggiunte posteriori, disegnate su fogli che erano stati inseriti successivamente dai custodi in epoca successiva all'invenzione della stampa.
C'è tutto il compiacimento per la simbologia esoterica tipico delle epoche successive al Rinascimento. Chi ha fatto questo lavoro, voleva soltanto depistare il lettore.

Le combinazioni possibili dei cerchi, dei quadrati o dei triangoli fornivano una varietà enorme di risultati.
C'erano stelle a cinque punte, tipiche della moderna stregoneria.
Il tutto però appariva mescolato a simboli di altro genere, tra cui era riconoscibile la croce dei Templari.
Hanno mescolato simboli che non possono coesistere tra loro. 
L'ultimo disegno era ancora più assurdo.
C'erano stelle a cinque punte fuori dai cerchi. All'interno, tra i cerchi, vi erano delle scritte in ebraico e delle stelle a sei punte, anche se poi nella zona più interna c'erano parole greche scritte in caratteri latini.
E' un'assurdità. Cosa c'entra poi la lettera "tau", che sembra quasi una croce francescana?


L'ultima aggiunta era recentissima, c'era persino la data di quell'anno.
E' opera di Maggie, o di qualche setta che utilizza simboli sconosciuti.



No, è ora di finirla con questi giochetti! Si sta scherzando col fuoco!
Anche ammettendo che Maggie e le sue amiche wiccan fossero in buona fede, non era certo con questi mezzi che potevano realmente comprendere l'intenzione dell'autore e quella dell'opera.
E' facile attribuire un carattere magico alle formule che non si capiscono. Per i non addetti ai lavori, ogni formula scientifica o invenzione tecnologica potrebbe sembrare stregoneria ed essere poi interpretata come tale. Ma chi è riuscito a raggiungere Alhazred doveva essere in possesso di mezzi più evoluti dei nostri per piegare l'universo alla propria volontà.
Si sentì improvvisamente stanco ed impaurito, come se fosse entrato in un gioco tremendamente pericoloso e desiderasse soltanto fuggire il più lontano possibile.
Ma gli Iniziati mi troverebbero comunque, e i Grandi Anziani, quelli che si nascondono dietro queste formule, è come se mi stessero guardando negli occhi.
Ebbe un brivido al pensiero della sorte che era toccata ad Alhazred e a tutti coloro che avevano passato troppo tempo in compagnia di quel testo.
Al Azif. L'Ululato dei Demoni. Che sciocchi sono stati coloro che credevano di poterli evocare. Non siamo noi ad evocarli. Sono loro che ci usano come pedine di un gioco che non siamo mai stati in grado di comprendere.