mercoledì 5 marzo 2014

La fiamma di Atar. Capitolo 4. E' di notte che è più bello credere alla luce



Elisabetta non si stupì:
<<So benissimo che al prof. Gallo interessano le tematiche, per così dire, "dark">>
Luca si sentì improvvisamente stanco... e inspiegabilmente vecchio... vecchissimo...
<<Non è un gioco! Non è una moda. E non è nemmeno una corrente estetica o culturale. Faresti bene a stare alla larga da quelle cose>>
Era passato al "tu" senza nemmeno accorgersene, ma lei se ne accorse subito.
<<Credi che non sappia badare a me stessa?>>



Era giovane, ma aveva l'aria di una persona che aveva già vissuto fin troppe esperienze.
<<Non saprei. Ma mi chiedo perché una ragazza giovane e bella, che potrebbe avere il mondo ai suoi piedi, dovrebbe interessarsi di occultismo. Non hai bisogno di fare un patto col Diavolo>>
Lei sorrise con aria vagamente ironica:
<<E chi ti dice che non l'abbia già fatto?>>
In effetti, guardando la sua perfetta bellezza, la sua espressione di persona spudoratamente e ostentatamente felice, Luca ebbe il sospetto che la studentessa dicesse sul serio:
<<Be', se l'hai già fatto, allora sarebbe meglio che ne approfittassi e ti dedicassi a qualcosa di meno... come dici tu... "dark">>
Elisabetta assunse un'espressione ispirata:
<<E' di notte che è più bello credere alla luce>>
Luca fu preso di contropiede. Non pensava che una ragazza apparentemente così felice fosse capace di esprimere concetti tanto profondi, che implicavano un vissuto di sofferenza:
<<E' per questo che stai cercando la luce della fiamma di Atar?>>
Lei annuì, e lui capì di essere in trappola.


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