martedì 29 aprile 2014

La Nuova Rivoluzione Culturale in atto sta recidendo le nostre radici.



"Le radici sono importanti", dice un personaggio di un film recente che mette a confronto un passato glorioso con un presente distratto, che non riesce più ad accorgersi della grande bellezza del mondo che lo circonda.
Ecco, è bene ripetere questa frase: "le radici sono importanti". Se le tagliamo, l'albero muore.
Viviamo una fase storica in cui troppe radici sono state recise.
Negli ultimi quindici anni c'è stata un'accelerazione "progressista" che è partita dalla "struttura", cioè dalla tecnologia, dall'economia e dalla demografia e, a partire dal 2008 (anno del successo dell' i-phone, anno della crisi finanziaria globale e dell'inizio della presidenza di Obama) ha raggiunto la "sovrastruttura" e cioè il sistema ideologico-culturale-valoriale di riferimento.
Dal 2008 a oggi c'è stata una vera e propria rivoluzione i cui esiti sono discutibili.
Il web 2.0 sorto negli anni precedenti con la nascita di piattaforme che garantissero una maggiore interazione tra i soggetti, ha trovato la sua consacrazione quando gli smartphone hanno trainato l'affermazione dei social network e in generale delle piattaforme bastate sulla condivisione di contenuti attuali.



L'affermazione di Facebook e Twitter ha cambiato radicalmente il modo dell'interazione sociale a tutti i livelli, e il dilagare degli smartphone e dell'applicazione Instagram ha permesso la nascita di nuovi social network basati sulla condivisione di immagini appena scattate, come Pinterest, o di filmati, come Youtube, e questo ha mandato in pensione i siti web statici, che si sono trasformati in blog ad alta interazione, trainati dalla piattaforma Blogger di Google, che da motore di ricerca è diventato leader della condivisione, creando Google Plus, Google Maps, Google Earth, il che ha creato un livello di interconnessione istantanea globale senza precedenti.



In questo contesto la crisi economico-finanziaria che è iniziata proprio nel 2008 con il fallimento di numerose banche a causa dell'eccessivo peso dei mutui subprime ed ha toccato l'apice nel 2010 con la crisi dei debiti sovrani, specialmente nell'Unione monetaria europea, è stata vissuta e condivisa come evento globale.
Tutto questo ha creato le premesse materiali per quella che si può chiamare, con un termine non necessariamente positivo, la Nuova Rivoluzione Culturale, che assomiglia sotto tanti punti di vista alla Rivoluzione Culturale degli anni Sessanta del XX secolo.
Nel prossimo post su questo argomento chiarirò cosa intendo esattamente per Nuova Rivoluzione Culturale e metterò in luce i suoi rischi, che sono enormi.

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