mercoledì 2 aprile 2014

Rischio-deflazione, cosa cambia per le nostre tasche

Rischio-deflazione, cosa cambia per le nostre tasche

di Andrea Telara da Panorama

Mai così in basso da 5 anni a questa parte. E' l'andamento dell'inflazione in Italia, che a marzo ha toccato lo 0,4% su base annua (lo 0,5% nell'Eurozona). Nel nostro paese, come in tutta l'area euro, aleggia sempre di più lo spettro di un altro rallentamento dei prezzi nei prossimi mesi, che darebbe vita al fenomeno della deflazione, cioè a una discesa generalizzata del costo della vita, che avrebbe poi effetti molto negativi sull'economia. Con i prezzi in caduta libera, il conto della spesa per i consumatori diventa meno pesante, è vero. Purtroppo, però, non manca l'altra faccia della medaglia. Se ci sono delle aspettative di un ribasso dell'inflazione nei mesi a venire, infatti, parecchie persone sono spinte a spostare in avanti le proprie decisioni d'acquisto, mentre le aziende sono invogliate a rimandare nel tempo gli investimenti produttivi già programmati, in attesa di trovare sul mercato prezzi più convenienti.
E così, c'è il rischio che molte merci restino invendute nei magazzini e che l'economia subisca una paralisi. Come se non bastasse, anche il peso del debito pubblico potrebbe schizzare verso l'alto. Non va dimenticato, infatti, che il prodotto interno lordo di un paese, cioè il valore dei beni e dei servizi venduti sul mercato interno o esportati all'estero, aumenta ogni anno (in valore assoluto) anche grazie all'inflazione e non soltanto per merito della crescita vera e propria dell'economia (la crescita reale). Se però l'inflazione è negativa, allora anche il valore assoluto del pil (il cosiddetto pil nominale) scende, invece di salire.Risultato: il rapporto tra l'indebitamento pubblico e il prodotto interno lordo, che in Italia sfiora già il 133%, potrebbe muoversi ancora verso l'alto. Non a caso, nell'ipotesi dell'inizio di un periodo di deflazione, qualche analista ha già calcolato i possibili impatti sui conti pubblici del nostro paese: se vi fosse una discesa generalizzata dei prezzi, il rapporto debito/pil salirebbe al 137% entro il 2018, contro le previsioni di un calo al 125%, elaborate nei mesi scorsi.

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