venerdì 23 maggio 2014

L'Europa alla vigilia del voto, nella morsa della nuova guerra fredda tra Usa e Russia (sostenuta dalla Cina)



La guerra fredda economica Usa-Russia continua. Mosca affila le armi nella sua strategia di annientare il dollaro e il potere degli Stati Uniti, e trova sostegno nella Cina.

Salviamo l’Europa, adesso!L’europeismo è al palo e la disaffezione verso Bruxelles è ai  massimi  storici. L’Unione Europea deve scegliere: rilancio o regressione   dell’integrazione continentale. La partita decisiva si giocherà fra   Londra e Berlino, mentre il mondo corre verso Oriente.

L'asse con Pechino non è solo a parole. VTB Group, la seconda banca russa, ha firmato un accordo con Bank of China, affinché le transazioni vengano pagate in valute nazionali, e non più in dollari. 

Il ritorno della GermaniaAl Festival di Limes  si è parlato della Germania, potenza espansionistica nel cuore  dell’Europa. Del Secondo Reich e di Angela Merkel hanno discusso Hans  Kundnani, John Hulsman e Carlo Pelanda; ha moderato Lucio Caracciolo.

"Secondo i termini dell'accordo, le banche puntano a sviluppare la loro partnership in diverse aree, attraverso la cooperazione in transazioni effettuate con rubli e yuan". L'utilizzo delle valute nazionali è contemplato nelle operazioni di "investment banking, di prestiti interbancari, trade finance e mercati di capitali", si legge nel comunicato di VTB.

Questo, mentre continuano gli smobilizzi scatenati di Treasuries Usa da parte della Russia, pari soltanto nel mese di marzo al record di $26 miliardi, ben il 20% delle sue partecipazioni. 


#LimesFestival: Europa 2014-1914, dialogo tra Enrico Letta e Lucio CaraccioloAl 1°Festival di Limes  si è parlato delle eredità del primo conflitto mondiale, dell’impatto che  esso ebbe sulla riconfigurazione dell’Europa e sul suo ruolo nel mondo.  Ne hanno discusso Enrico Letta e Lucio Caracciolo.Qui il video integrale dell’evento

Mosca preferisce puntare più che altro sull'oro: una conferma è arrivata dalla Banca centrale russa, che ha reso noto che, nel mese di aprile, ha aumentato le sue riserve in oro di 900.000 once, per un valore di $1,17 miliardi. In realtà, in termini di once e di quantità complessiva, l'acquisto incide sulle riserve estere detenute dalla Russia per una percentuale molto bassa, pari allo 0,24%.

La corsa dell’EstEuropa centrale e baltica, più Slovenia: queste economie, a  dieci anni  esatti dal grande allargamento dell’Ue,  registrano un saldo positivo.  Ma la  crisi ha creato uno sdoppiamento: c’è chi ne è uscito bene e chi  fatica  molto.

La quantità totale di oro, inoltre, sul totale delle riserve, è di appena il 10%, ben al di sotto della media di altre importanti banche centrali come la Bundesbank, la Banca di Francia e la Fed, superiore al 65%. 

Ma è vero che l'acquisto di quasi 1 milione di once nel mese di aprile rappresenta indubbiamente un aumento della domanda di oro dal momento che, a partire dal 2006, gli acquisti russi sono stati in media di 500.000 once al mese.

Le riserve di oro sono così cresciute ad aprile a 34,4 millioni di once rispetto a 33,5 milioni di marzo, mentre il valore delle partecipazioni in oro, in data 1° maggio, è aumentato a $44,30 miliardi, contro i $43,36 miliardi del mese precedente. 

Nella settimana terminata lo scorso 9 maggio, il valore complessivo di riserve estere e oro detenuti dalla Russia è rimasto praticamente invariato a $471,1 miliardi. Le riserve sono scese dall'inizio della crisi ucraina ma, secondo gli economisti, rimangono molto alte.

L'incidenza dell'esposizione verso i Treasuries Usa è decisamente calata. Le partecipazioni sono crollate di quasi $50 miliardi nel periodo compreso tra ottobre 2013 e marzo 2014, ovvero di quasi 1/3 rispetto alle partecipazioni totali della Russia.

Più della metà degli smobilizzi è avvenuta a marzo, con liquidazioni per $26 miliardi, successive all'imposizione delle sanzioni contro Mosca.

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