lunedì 23 giugno 2014

Gothian (seconda edizione). Capitolo 20. La cospirazione del Conte di Gothian.



Le prime nevi della stagione autunnale avevano imbiancato le alture sulle quali sorgeva il castello di Gothian, nell’estremo nord del Regno degli Alfar.



In cima alla torre più alta, Lord Fenrik Steinberg, Conte di Gothian, si stagliava maestoso e impietrito come una statua sullo strapiombo.


 Il Conte era un uomo strano, ma raffinato e affascinante.
 Il suo aspetto aveva però qualcosa di non completamente umanoil pallore del viso aristocratico e senza età , il bianco niveo dei suoi capelli, gli occhi chiarissimi e glaciali, di un colore vitreo quasi trasparente,  le mani dalle dita lunghe, glabre, con unghie curate, i denti leggermente aguzzi specie nell’arcata superiore.
Non amava le conversazioni  e parlava poco, senza tradire alcuna emozione. 
Non sorrideva mai.
 Pareva non avere sangue nelle vene, o almeno questa era l'impressione del giovane che si trovava al suo cospetto, l'aitante Ser Gahel Lenndrics di Udsen, appena giunto a Gothian per fare rapporto a Lord Fenrik, di cui era da anni un fedelissimo infiltrato nella corte degli Alfar.


Ser Gahel si trovava sempre a disagio, ogni volta che si recava a Gothian, in cima a quella torre maledetta, per riferire a Lord Fenrik le ultime nuove riguardo alla regina Alyx di Alfarian.
Nell’attesa di una risposta del Conte, il cavaliere si passava nervosamente una mano tra i capelli dorati e lunghi, che tanto piacevano alla Regina. Ser Gahel era consapevole della propria bellezza e dell’attrazione che Alyx aveva sempre provato per lui.
Però preferiva di gran lunga Lady Marigold, la moglie del Conte Fenrik, pur conoscendone la pericolosità.



Erano stati amanti, Ser Gahel e la Dama Gialla, e lei lo aveva reclutato per realizzare il piano di suo marito, il Conte di Gothian.
Ma chi è la vera mente, tra i due?
Chi era che muoveva le pedine?
Era difficile capire chi fosse più temibile tra Marigold e suo marito.
Come mai un uomo così accorto come Lord Fenrik ha sposato donna così pericolosa?
O forse era proprio per quello che l’aveva sposata?
Gahel sentiva di essere entrato in un gioco molto più grande di lui.
Avrei dovuto stare alla larga dal giovo del trono. E soprattutto stare alla larga dai Conti di Gothian!
Il Conte Fenrik, con la sua aria perennemente annoiata e distante, tornò a rivolgersi al suo interlocutore senza guardarlo:
«Quante truppe avete raccolto?»
Ser Gahel sapeva che la risposta non sarebbe piaciuta al suo nobile patrono:
«Un migliaio di cavalieri e circa cinquemila fanti, Vostra Grazia»
«Cioè quasi nessuno» notò freddamente il Lord.
Ser Gahel si sentì gelare:
«Ma, Vostra Grazia sa bene che tutti gli altri sono già partiti  con re Kerelic nella missione per ritrovare la principessa Alienor»
La voce di Gahel era implorante.
Il Conte Fenrik continuò a guardare dalla finestra le desolazioni intorno al castello, e quello era un brutto segno.



 Ormai Ser Gahel riusciva a interpretare sulla base di piccoli dettagli l’umore dell’uomo a cui aveva giurato fedeltà in cambio di potere e di gloria.
«Mi state deludendo, Ser Gahel!»
La voce di Lord Fenrik era quasi metallica.
«Milord, io... io... sto facendo tutto il possibile» si difese il giovane cavaliere «vi garantisco che presto avremo molti più uomini. La regina ormai pende dalle mie labbra e ha ordinato una leva obbligatoria»
Il Conte osservò in silenzio le proprie lunghissime unghie, puntute e affilate come coltelli, per più di un minuto.
Un altro bruttissimo segno. Quando si guarda le unghie è furioso.
La voce del Conte divenne gelidamente ironica:
«Leva obbligatoria? Di chi è stata l’idea?»
Gahel deglutì:
 «Ehm, Vostra Grazia, io credevo che…»
Il Conte lo bloccò alzando leggermente le dita artigliate della mano destra.
«Non abbiamo bisogno di contadini privi di addestramento e buttati lì a combattere controvoglia! Io voglio professionisti, ben pagati e ansiosi di uccidere!»
La voce di Lord Fenrik era solo leggermente più contrariata, ma l’effetto era peggiore di un urlo.
Ser Gahel sapeva bene che quelli erano i momenti più pericolosi della conversazione.
Chissà che cosa gli ha riferito sua moglie, nella corrispondenza segreta!
Maledisse in segreto lady Marigold e poi si rivolse di nuovo al suo signore:
«Certo Milord, ma molti mercenari sono spariti, altri sono scesi a sud. Si dice che si siano uniti all'Alleanza di Tupile, o alla Piovra... pare che lo Sciancato stia reclutando un esercito e, per essere sinceri, Vostra Grazia, be'... pare che abbia a disposizione molte più ricchezze. La paga che offre Sephir Eclionner è...»
Il Conte si voltò di scatto:
«Non pronunciate quel nome in mia presenza»
Ser Gahel si accorse troppo tardi di aver commesso un'enorme imprudenza, nominando uno dei principali nemici di Lord Fenrik.
La vicenda era ben nota. Nella battaglia di Elenna sul Dhain, il Conte di Gothian e il Principe della Corona imperiale dei Lathear avevano combattuto in uno degli scontri più cruenti della storia dell'ultimo millennio. Era l'aprile dell'anno 983 dalla fondazione dell'Impero Lathear.
L'anno della Primavera di Sangue.



  «Avrei dovuto ucciderlo quel giorno, ma qualcuno mi impedì di finire il lavoro»
Lord Fenrik si riferiva al duello con Sephir Eclionner. Stava vincendo. Il Principe era stato gravemente ferito ad una gamba e il Conte stava per finirlo, quando successe qualcosa di inspiegabile.
«Finiremo il lavoro, Milord! Schiacceremo lo Sciancato e tutti i miserabili criminali di cui si è circondato. Ho già provveduto ad avviare l’addestramento delle reclute e, per favorire la loro motivazione, mi sono permesso di pagare loro, di mia tasca, una donazione extra»
Il Conte accennò una leggerissima smorfia all’angolo sinistro della bocca, quasi un ghigno.
Questo vuol dire che la cosa lo diverte…
«Ser Gahel, apprezzo la vostra… dedizione alla causa, ma fareste meglio ad usare argomenti più… come dire… persuasivi per convincere Alyx di Alfarian a finanziare adeguatamente nuove truppe mercenarie col denaro della Corona. Esigo che si offra loro un compenso molto più allettante, per evitare che si rechino tutti al sud»
Si voltò, e fissò con le sue iridi vitree il giovane cavaliere:
 «Sono stato chiaro?»

Appariva terribile, eppure si diceva che da giovane, moltissimi anni prima, non si sapeva esattamente quanti, fosse stato molto bello e avesse avuto altre mogli.
Gahel deglutì:
 «Chiarissimo, Vostra Grazia. Farò il possibile!»
Lord Fenric si lisciò il mento con la mano destra, e scoprì i canini da predatore.
L’ho di nuovo contrariato!
«Ser Gahel, io non vi pago per “fare il possibile”, ma per eseguire alla lettera gli ordini che vi impartisco al fine di ottenere esattamente i risultati che pretendo»
Il cavaliere si inchinò: «Come compiace a Vostra Grazia»
Il Conte guardò distrattamente il proprio mantello, che denotava la sua sovranità sulla stirpe nordica degli Albini. Per questo era anche chiamato il Re delle Nevi.
Ma siccome gli Albini erano considerati estinti dopo la battaglia di Elenna sul Dhain, nell'anno della Primavera di Sanguepochi davano importanza all'ostentazione di quel titolo.
«Ser Gahel, voi dovete capire bene un concetto: ora che mia moglie ha importanti missioni da compiere a Lathena, io voglio un referente sicuro ad Alfarian, che sia convincente come lo era Lady Marigold. Quindi se io vi dico che voglio quelle truppe, ben addestrate, motivate ed equipaggiate, voi dovete garantirmi che entro due settimane queste unità militari saranno già operative»
Come posso essere più convincente di Lady Marigold?



Gahel si sentiva in pericolo costante in quel tetro maniero.
«Sarà fatto, Milord, a qualunque costo»
In realtà non aveva la minima idea di come riuscirci.
Chissà cos’ha in mente di fare con tutte queste truppe. Non credo che gli serviranno solo per assediare la rocca di  Alfàrian.
All’improvviso il giovane cavaliere ebbe come l’intuizione che il Conte concepisse quelle truppe più che altro come un mezzo per spianare la strada ad un altro esercito, ben più pericoloso.
Forse le leggende popolari avevano ragione. Quelle che parlavano delle tombe aperte, ad Elenna, e degli Albini non-morti che si aggiravano nelle campagne e si nutrivano di sangue.
Gli Albini potrebbero non essere affatto estinti! Potrebbero addirittura non appartenere al genere umano.
Non sono morti. Non morti.
Quello era il vero esercito di Lord Fenrik. A cosa gli servivano allora i mercenari?
Si fece strada nella mente di Ser Gahel l'idea che i mercenari sarebbero serviti più che altro come diversivo per distrarre re Kerelik e metterlo contro la regina Alyx.
E così, mentre Marigold tiene in pugno Ellis, a Lathena, lui potrà scatenare i suoi Albini sul Regno degli Alfar.
Quella ricostruzione aveva senso.
«Lo spero, ser Gahel, perché la prossima volta non sarò più così indulgente»
Detto questo, il Conte lo congedò con un leggerissimo cenno delle dita artigliate.
Gahel era agghiacciato.
Lui e Marigold, insieme controlleranno presto tutto il Continente Centrale. 
Ma chi è dei due ad aver architettato questo piano? 
Mentre scendeva le antiche scale gelate del castello di Gothian, Ser Gahel si rese conto, troppo tardi, di essersi reso complice di qualcosa che andava ben oltre i confini dell'usurpazione del potere. 
C'erano forze oscure, a Gothian e in tutto il nord. Forse sovrumane. Disumane.
Demoni che non avrebbero dovuto essere mai stati evocati.




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