mercoledì 23 luglio 2014

A proposito degli Hobbit







Gli Hobbit sono una razza di Arda, l'universo immaginario fantasy creato dallo scrittore inglese J.R.R. Tolkien. Essi sono presenti nel nord della Terra di Mezzo principalmente nella regione da loro amministrata, la Contea, e nelle zone strettamente limitrofe (come la cittadina di Brea). Gli Hobbit appaiono per la prima volta ne Lo Hobbit, ma rivestono un ruolo ben più importante ne Il Signore degli Anelli. La loro origine non è nota: forse derivano dagli Uomini, forse sono la terza razza dei Figli di Ilúvatar e le antiche storie non ne parlano perché gli Elfi e gli Uomini stessi non li conoscevano (o forse perché Tolkien non li aveva concepiti ancora come razza di Arda quando scrisseIl Silmarillion). Sono menzionati per la prima volta in documenti del regno di Gondor nella Terza Era, molto prima dell'insediamento nel loro paese più famoso, la Contea appunto.





Nell'opera di Tolkien gli Hobbit sono talvolta chiamati mezzuomini, in inglese halfling; quest'ultimo nome viene usato in molte ambientazioni fantasy per indicare creature ispirate a quelle di Tolkien, aggirando al contempo le implicazioni legali derivanti dall'uso del termine hobbit.










Descrizione

Quando gli editori statunitensi chiedevano a Tolkien di realizzare illustrazioni con hobbit in vari atteggiamenti, lui rispondeva riferendosi principalmente alla descrizione di Bilbo:
« Io di solito disegno una figura quasi umana, non una specie di coniglio "fatato" come alcuni dei miei recensori inglesi pensano: con un po' di pancia e le gambe corte. Una faccia rotonda e gioviale; orecchie leggermente appuntite ed "elfiche"; capelli corti e ricci (bruni): I piedi, dalla caviglia in giù, coperti di peli bruni. Vestiti: calzoni di velluto verde; panciotto rosso o giallo; giacchetta marrone o verde; bottoni dorati (o ottone); un cappuccio verde scuro con il mantello (appartenente ad uno gnomo). Dimensioni importanti se ci sono altri oggetti nel disegno: diciamo circa tre piedi o tre piedi e sei pollici »
(Tolkien in Lettere n.27[1])
Gli Hobbit sono di aspetto simile agli Uomini, ma molto più minuti: la loro corporatura è infatti simile ai bambini degli Uomini e la statura di uno Hobbit adulto si assesta tra gli 80 e i 120 cm; dotati di grandi piedi pelosi e resistenti, non indossano mai calzature a causa della loro spessa e coriacea pelle.[2]
La loro vita è estremamente semplice e sociale, non si interessano di ciò che accade all'esterno della Contea, amano mangiare e bere, e la loro economia si basa sull'agricoltura. Amano dare feste durante le quali trascorrono gran parte del loro tempo, e generalmente disprezzano lo studio, tranne per ciò che riguarda l'erudizione genealogica, nella quale dimostrano invece vivo interesse e abilità. Possiedono una vista e un udito particolarmente acuti, e si sottolinea la loro capacità di camminare silenziosamente e nascondersi molto bene nella boscaglia.
Inizialmente parlavano un idioma molto simile al Rohirrim, successivamente, dopo la migrazione verso l'Eriador, essi adottarono la Lingua Corrente, insegnata loro dai Dúnedain, pur mantenendo alcune parole del loro antico idioma.
Solitamente vivono in caverne scavate nelle colline ma attrezzate come normali case, raramente essi costruiscono casette (mantenendo, tuttavia, caratteristiche delle caverne come le finestre tonde e tetto coperto da zolle erbose), la maggior parte delle quali si trovano in un territorio compreso tra Scorta e Sirte, prossimo alle paludi, e nella Terra di Buck. A seconda della ricchezza di ogni famiglia, le caverne potevano avere più finestre (per gli Hobbit più facoltosi) o neanche una (per quelli meno abbienti). Le famiglie più ricche costruivano inoltre grandi e lussuose caverne, costituite da più tunnel ramificati, come Casa Baggins, i Grandi Smial dei Tuc e Villa Brandy nella Terra di Buck.


Gli Hobbit odiano la guerra e non usano mai armi per fare del male ad altri Hobbit o ad altre razze della Terra di Mezzo, ma le considerano come oggetti ornamentali e le tengono esposte nelle loro caverne o in dei musei. Non amano nemmeno rotelle ed ingranaggi, che considerano "aggeggi stranieri" o mathom. Con la parola "mathom indicano tutto ciò di cui non conoscono le origini ne il significato, e sono esposti in musei, come quello di Pietraforata sui Bianchi Poggi.
Gli Hobbit vivono leggermente più a lungo degli Uomini (che chiamano "gente alta" o "gambe lunghe"), fino a 120 anni, con una media di 100. L'età in cui uno Hobbit diventa adulto è di 33, quindi il declino legato all'età inizia verso i 70 anni. Si presume che durante tutta la Quarta Era gli Hobbit si siano ancor più rimpiccioliti in statura.

Divisione degli Hobbit

Tolkien descrive gli Hobbit come suddivisi in tre grandi famiglie: i Pelopiedi, i Paloidi e gli Sturoi.
  • Pelopiedi, più scuri e bassi, non hanno la barba e non portano calzature, hanno mani piccole e agili, e preferiscono la montagna alla pianura. Anticamente si dice che fossero grandi amici dei Nani, e furono i primi ad arrivare nella Contea attraversando l'Eriador. Sono i più numerosi, e vissero per lungo tempo in caverne scavate nella terra.
  • Gli Sturoi invece sono più tozzi, hanno mani e piedi più grandi e preferiscono le pianure e le sponde dei fiumi. Essi si stabilirono per molto tempo sulle rive dell'Anduin prima di seguire i Pelopiedi verso Ovest. A volte portano la barba. Gollum e la sua gente discendono da questa razza.[3]
  • Paloidi, infine, sono i più alti e sono chiari di pelle e capelli, amano soprattutto i boschi e le foreste, ma sono i meno numerosi. Erano più dotati per il canto e la poesia che per l'artigianato, e preferivano la caccia all'agricoltura. Dopo aver valicato le montagne, giunsero nell'Eriador, dove si mescolarono ad altre razze. Pur essendo i più spericolati e avventurosi, furono spesso loro a comandare i Pelopiedi e gli Sturoi.

Etimologia

Il nome dato agli Hobbit in Ovestron, la lingua corrente della Terra di Mezzo, è kuduk, una contrazione della più antica forma kud-dukan, ovvero "abitante dei buchi". La parola in Rohirrim (resa all' Inglese Antico da Tolkien),Holbitlan, ha lo stesso significato, e successivamente, quando gli Hobbit assimilarono la lingua ed alcuni costumi dei Rohirrim, coniarono il termine "Hobbit".

Storia

Le origini degli Hobbit non sono note. Vengono menzionati per la prima volta in dei documenti del Regno di Gondor all'inizio della Terza Era. Vivevano originariamente sull' alto corso dell'Anduin, in un territorio compreso tra la sorgente del Fiume Gaggiolo e la Carroccia, poco più a sud degli antichi possedimenti dei Rohirrim, con cui entrarono probabilmente in contatto, assimilandone la lingua ed alcune usanze. Il termine "Hobbit" verrebbe proprio "Holbytlan" (abitanti dei buchi), parola che usano i Rohirrim per indicarli anche nella Terza Era.
Intorno all' anno 1050 della Terza Era, a causa della crescente ombra che, da Dol Guldur, si propagava fino al limitare del Bosco Atro, i Pelopiedi abbandonarono il loro antico territorio, e, dopo aver valicato le Montagne Nebbiose, si stabilirono nell'Eriador, nei pressi delle Colline Vento. Cento anni dopo, anche i Paloidi avrebbero fatto altrettanto, raggiungendo i Pelopiedi e fondendosi con loro. Più tardi, alcuni di loro raggiunsero Brea e vi si stabilirono. Anche gli Sturoi, infine, valicarono le montagne e si stabilirono nell' "Angolo", un lembo di terra circondato dal Fiume Bianco e dal Rombirivo, fino alla loro confluenza nell'Inondagrigio. Alcuni di essi si spinsero fino alDunland, tornando tuttavia nell'Angolo.
A causa delle guerre e per paura di Angmar, gli Hobbit fuggirono verso occidente, verso Brea, dove terra e clima erano più miti e salubri, mentre un piccolo gruppo di Sturoi tornò nelle terre selvagge, e si stabilirono a Campo Gaggiolo, diventando un popolo di pescatori.
Nel 1601 T.E. i fratelli paloidi Marcho e Blanco, Breatini, ottennero dal Re Argeleb II di Arthedain il permesso di stabilirsi in una terra disabitata al centro dell' Eriador, delimitata dal fiume Brandivino, fino ad allora considerata territorio di caccia del Re. Argeleb II accettò, a patto che gli Hobbit riconoscessero la sovranità del re di Arthedain e si curassero di mantenere strade e ponti in buono stato per facilitare i viaggi dei messaggeri. Stabilitisi nella zona sud-orientale del vasto territorio, lontani dal mare e dai colli torrioni, gli hobbit si innamorarono della loro nuova terra, interessandosi sempre meno degli eventi esterni. Sei anni dopo, la grande peste devastò l' Eriador, decimando anche gli hobbit, che tuttavia sopravvissero, tornando ad aumentare di numero. Nel 1974 T.E., alcuni arcieri Hobbit combatterono al fianco degli uomini di Arthedain, nella battaglia di Fornost. Dopo la caduta di Arthedain, essi continuarono comunque a prosperare, ed elessero un conte (Thain) che aveva il compito di rappresentare il Re fino al suo ritorno. Dopo l' elezione del conte, gli hobbit si riferirono al loro territorio con il nome di Contea.
Protetti dai Dúnedain del Nord, gli hobbit vissero pacifici ed indisturbati per circa un millennio. Nel 2747T.E., un gruppo di orchi comandati da Golfimbul cercò di invadere la Contea dal Decumano Nord, ma fu respinto da un gruppo di hobbit guidati da Bandobras Tuk nella Battaglia di Terreverdi. Durante la Guerra dell'Anello, lo stregone Saruman, approfittandosi della partenza dei raminghi per la guerra a sud, e servendosi di Lotho Sackville Baggins, fece occupare la Contea dagli uomini del Dunland, che incominciarono a far razzie e a deturpare il paese approfittandosi di un popolo spaventanto, in quanto da millenni non si era mai trovato in una situazione simile. Al ritorno dal sud, gli hobbit Frodo BagginsSamvise GamgeePeregrino Tuc e Meriadoc Brandibuck capeggiarono una rivolta al fine di liberare la contea dagli invasori, vincendo i briganti nella Battaglia di Lungacque, che fu l' ultima combattuta nella Contea. Con il ritorno dei raminghi ed un'ampia opera di rimboscamento della contea, gli hobbit poterono prosperare per tutta la Quarta Era.

Gli Hobbit di Brea

Nonostante la colonizzazione della Contea, alcuni Hobbit preferirono restare a Brea, convivendo con gli uomini. Parecchie caverne Hobbit erano situate soprattutto sulle propaggini del Colle Brea e a Staddle, mentre ve ne erano probabilmente di meno a Conca e ad Arceto. Molti Hobbit di Brea avevano cognomi e nomi comuni a quelli della Contea, alcuni, invece, avevano nomi di piante, come da tradizione Breatina. Fra gli Hobbit di Brea e quelli della Contea vi era un'accesa controversia: i primi si consideravano il più antico nucleo Hobbit al mondo, soprannominando gli Hobbit della Contea "gente delle colonie" o "profani". A loro volta, gli Hobbit della Contea consideravano i loro simili Breatini come rustici e noiosi, e li chiamavano "profani", come qualsiasi hobbit residente all' infuori della Contea. Nonostante tutto, un tempo i Brandibuck e i Tuc erano soliti recarsi a Brea, per apprendere notizie dal mondo esterno o per soggiornare qualche giorno al "Puledro Impennato" di ritorno da qualche viaggio, o semplicemente per gustare la birra locale. Inoltre, alcuni Hobbit Breatini si sposavano con alcuni Brandibuck, ed andavano a vivere con loro nella terra di Buck. Gli Hobbit di Brea consideravano gli hobbit della Contea con il loro stesso cognome come cugini da lungo tempo persi, trattandoli in modo quasi familiare, come accadde a Frodo Baggins, sotto mentite spoglie, durante il suo viaggio ne Il Signore degli Anelli.

Gli Sturoi di Campo Gaggiolo

Gli Sturoi di Campo Gaggiolo furono sempre estranei agli abitanti della Contea, e quindi ebbero una struttura sociale ed una storia completamente diversa. Nonostante si trattasse di una piccola comunità, essa ebbe un ruolo decisivo nella storia della Terra di Mezzo: si deve a Déagol il ritrovamento dell'Unico Anello nell' alto corso del Fiume Gaggiolo, e fu Smeagol, dopo aver assassinato Déagol, a possederlo per quasi 500 anni nelle profondità delleMontagne Nebbiose, così come fu proprio lui a salvare, involontariamente, la Terra di Mezzo, cadendo nella Voragine del Fato con l' Unico Anello in mano. Possiamo solo supporre cosa accadde alla gente di Sméagol, anche seTolkien nei Racconti incompiuti scrive che gli Sturoi di Campo Gaggiolo potrebbero essere scappati verso nord sul finire della Terza Era. Non c'è alcun riferimento ad altri Hobbit, quando si racconta del passaggio di Bilboattraverso la Valle dell'Anduin, ma all'epoca in cui Tolkien scrisse Lo Hobbit non aveva ancora immaginato gli Sturoi di Campo Gaggiolo (ed in effetti non era certo di cosa Gollum fosse). Nei "Racconti Incompiuti" possiamo supporre che già da tanto tempo gli Sturoi non vivevano più vicino a Campo Gaggiolo, in quanto i Nazgul, che credevano che la Contea si trovasse proprio in quei luoghi, trovarono antiche caverne Hobbit abbandonate. Un'altra versione, meno attendibile, racconta che un piccolo nucleo di Hobbit era ancora presente alla fine della Terza Era, ma fu completamente annientato dai Nazgul alla ricerca dell' Unico Anello. In qualche tempo tra il 2463 (quando Sméagol uccise suo cugino Déagol) ed il 2851 gli Sturoi di Campo Gaggiolo si spostarono o morirono tutti. È possibile che essi perirono nel lungo inverno del 2758-59.

Altri Hobbit

« Vi erano probabilmente, a quei tempi, più Profani in giro nell'Ovest del Mondo di quanto non immaginasse la gente della Contea »
(La Compagnia dell'Anello - Capitolo IX)
Con questa espressione, Tolkien lascia intendere che, oltre ai Breatini, vi erano altri nuclei di hobbit sparsi per l' occidente, di cui non siamo a conoscenza in quanto non è possibile trovarli in nessuno scritto dell' autore. Vi erano, infine, hobbit vagabondi che si stabilivano in caverne o scavavano buchi nelle collinette vivendoci per un periodo più o meno determinato e nutrendosi solamente di quel che dava la terra.

Hobbit più conosciuti




Lo hobbit Bilbo Baggins, interpretato da Martin Freeman nel film di Peter Jackson Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato

Famiglie Hobbit

Note

  1. ^ Carpenter: Lettere n.27
  2. ^ J.R.R. TolkienLo hobbit o La riconquista del tesoro. Adelphi (collana Gli Adelphi), 1989. pag. 14-15, cap. 1 - "Una riunione inaspettata". ISBN 978-88-459-0688-6
  3. ^ Tolkien, J. R. R. (1980), Christopher Tolkien, ed., Unfinished Tales, Boston: Houghton Mifflin, Part IV, III-Notes, ISBN 0-395-29917-9

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