giovedì 3 luglio 2014

Gothian (seconda edizione). Capitolo 27. Ellis e Marigold: relazioni pericolose.


L'Imperatrice Vedova ostentava un’aria di grande sicurezza quando prese posto nella sala del trono per la  tradizionale riunione del Senato Imperiale, che si teneva a metà dicembre, a Corte, per discutere sulle condizioni dello Stato. Ciò che colpì maggiormente i senatori era che la Reggente aveva deciso di non indossare più gli abiti del lutto, dopo tanti anni, e di sfoggiare un vestito che ne sottolineava la bellezza.
Non era un caso.
Devono pensare che sto bene, che sono sana e forte più che mai! 
Era fondamentale, nei momenti di crisi, cercare di trasmettere una immagine di potenza.
Tanto più grande è la crisi, tanto più il sovrano deve apparire sicuro di sé.
Aveva imparato questa regola sulle ginocchia del nonno materno, il senatore Sibelius Fujiwarian, che ora si trovava proprio davanti a lei ed era probabilmente l'unico a comprendere esattamente le sottigliezze del gioco del trono.
Più il pericolo è grande, più si deve dare un'impressione di autorità e solennità.
E funzionava! Funzionava sempre!
Anche in quel momento, sentiva di averli in pugno.
Davanti a lei c'era tutta l'aristocrazia dell'Impero: militari, burocrati, nobili di ogni grado, preti, rappresentanti delle corporazioni.
La mia base di consenso è ancora ampia.
Ma non poteva illudersi troppo. Con l'avvicinarsi del Millennio, e quindi della scadenza dell'Antico Patto, tutte le forze che da decenni tramavano nell'ombra sarebbero presto uscite allo scoperto.
«Onorevoli senatori» incominciò con voce ferma «l'anno che sta per concludersi, il diciassettesimo del regno di mio figlio Elner XI, ha visto aggravarsi alcune problematiche da tempo irrisolte. Nei territori che sono fuori dal dominio del nostro Impero, la situazione è incerta. Intere zone della Federazione Keltar sono controllate da due pericolose organizzazioni criminali, l'Alleanza di Tupile, che esercita la pirateria sui mari, e la Piovra di Terramara, che controlla i fiumi e le foreste della valle amnisiana. Tutto ciò non è più tollerabile!»


Un gradito applauso confortò la sovrana.
«E’ mia intenzione colpire questi criminali al più presto, per evitare che consolidino le loro posizioni. A tal fine ritengo necessario che il mio incarico di Reggente sia confermato anche per il prossimo anno, ed accresciuto con nuovi poteri operativi. A tal fine ho preso accordi con i miei collaboratori...» e indicò Fujivarian, Tucker e Bial.
Le apparvero del tutto inadeguati alla gravità del momento.
Un novantenne, un leccapiedi e un eunuco che si veste da donna.
Ma non poteva fidarsi di nessun altro.
«... affinché provvedano nelle sedi opportune a rafforzare i poteri istituzionali della Reggenza, e ad inasprire le punizioni verso tutti coloro che vi si oppongono»
Un silenzio cupo accolse questa dichiarazione.
Che mi odino pure, purché mi temano!
Occorreva però, dopo il bastone, usare anche la carota.
«A tutti voi che costituite l'aristocrazia imperiale, io offro la possibilità di estendere i poteri, le terre, le ricchezze e la gloria, se collaborerete con me e con i miei consiglieri, al fine di preparare un'operazione di sicurezza nelle terre della Federazione Keltar, che tornerà ad essere ufficialmente una provincia dell'Impero!» 
Un applauso accolse quella proposta, che era stata già fatta circolare ampiamente, per valutarne il gradimento.
Operazione di sicurezza. Un ottimo eufemismo per chiamare una guerra... merito di Marigold! 
E lanciò un rapido sguardo alla Dama Gialla, che stava in piedi a sinistra del seggio dell'Imperatrice, ed osservava il Senato con espressione minacciosa.



Ellis trovava divertente il fatto che due donne riuscissero a terrorizzare quell'assemblea di maschi così presuntuosi ed arroganti.
«Mentre il nostro stimato primo ministro Rowland Tucker continuerà ad occuparsi dell’ordinaria amministrazione dei territori sotto il legittimo controllo della Dinastia...»
Si fermò un istante per guardare in faccia il suo fedelissimo, in piedi alla sua destra.
Tucker non sa nemmeno contare fino a dieci, ma è l'unico che esegue sempre i miei ordini alla lettera.
Inspirò per riprendere fiato:
«...l’eunuco Bial Kyoto avrà il compito di coordinare l’attività strategica e diplomatica nella conduzione dell'operazione di sicurezza, insieme ai capi dell’esercito e della marina»
Come si aspettava, alla sola pronuncia del nome dell'eunuco, tornò il silenzio gelido.
Ci sarà da ridere a vedere una femminuccia che tiene testa a quei militari fanfaroni...
Sorrise al pensiero.
«Bene! Ora, per domande, dubbi e chiarimenti, vi lascio in buona compagnia, con il nostro saggio e beneamato senatore Sibelius Fujivarian...»
Il tono era decisamente ironico.
Non vi invidio affatto per tale "buona compagnia"... 
Guardò di sottecchi l'anziano avo materno, che osservava la scena con occhi semichiusi e teneva le mani occupate gingillandosi con alcune monete d'oro.


«... e nel prendere congedo, invoco su di voi la benedizione del Signore Eclion!»
Si alzò dal trono e sollevò le mani al cielo, con i palmi aperti, mentre tutti cadevano in ginocchio davanti a lei.
Provò un senso di ebbrezza di fronte a quella manifestazione del proprio potere.
Mi mancherà tutto questo quando sarò in guerra... mi mancherà terribilmente...
Si voltò per nascondere il suo turbamento e fece cenno a Marigold di seguirla.
Tutti conoscevano di fama la Contessa di Gothian, e parevano attendere il giorno in cui la Dama Gialla li avrebbe liberati dalla tirannide della Vedova Nera.
Passerebbero dalla padella alla brace... Marigold ed Elner sarebbero centomila volte peggio di me e dei miei ridicoli collaboratori.
Le due donne uscirono dalla sala, e camminarono lungo corridoi e scale interminabili, salutate militarmente dalle guardie, fino al arrivare ai piani nobili della reggia.
«Vorrei parlare con te in privato, Marigold. Seguimi nelle mie stanze!» 
La Contessa di Gothian annuì leggermente, impassibile.
Quando arrivarono al soggiorno, Ellis fece uscire le ancelle e disse alle guardie che sostavano dietro la porta: «Non voglio essere disturbata a meno di eventi gravissimi e questioni improrogabili»
Una volta che la porta fu chiusa, l'Imperatrice cambiò completamente espressione, e lanciò a Marigold uno sguardo gelido.
Adesso vediamo se i sospetti del Priore Mollander sono fondati. 
Si avvicinò ad una poltrona di velluto cremisi, con ricami dorati. 
«Marigold, aiutami a togliere questo abito»
La Dama Gialla obbedì, con aria guardinga.
Ellis rimase con indosso soltanto un corpetto di color vermiglio e oro.
Guarda il mio corpo: sono ancora giovane, bella e forte.


Si accomodò sulla poltrona e fissò la Contessa di Gothian con occhi sospettosi.
 «Marigold, io non sono sicura di potermi fidare di te»
La Dama Gialla non reagì come Ellis si era aspettata.
Non parlò, assunse un'insolita espressione di dolcezza, e gentilmente, con la mano destra, bianchissima e morbida, toccò il ginocchio sinistro dell'imperatrice, senza dire nulla.
Un brivido passò dalla donna bionda a quella mora.
Ecco la sua risposta... il suo tocco magico!
Ellis avrebbe voluto ironizzare su quell'assurda manifestazione di intimità, e togliere la mano dell'altra donna, che stava pericolosamente risalendo verso la coscia, ma si sentiva come ipnotizzata, e non trovava le forze.
Cercò, almeno, di trovare le parole:
 «Guardami, Marigold, e rispondimi! Sei tu la Fanciulla Dorata delle Nevi di cui parla la profezia di Padre Mollander? Sei tu colei che mi toglierà tutto ciò che ho di più caro?» 
La Dama Gialla scosse il capo, e la sua espressione divenne incredibimente triste.
Appariva sinceramente addolorata.
Mi guarda come se avesse davanti l'immagine di qualcuno che è morto da tanto, tanto tempo. 




Ellis non sopportava quello sguardo compassionevole, e tanto meno quel silenzio ostinato.
«Di' qualcosa, maledizione!»
La Contessa di Gothian, allora, sussurrò: 
«Io sono devota ad Eclion e voi siete una Eclionner. Non potrei mai fare qualcosa che potesse suscitare le ire del Signore Eclion»
Sembrava sincera, ma quella non era una risposta esauriente.
E' una sacerdotessa di Atar, che è un alleato di Eclion, ma incerto, ora che l'Antico Patto vacilla... e lei non ha negato di essere la Fanciulla Dorata della profezia!
Marigold si avvicinò e con l'altra mano spinse di lato l'altra gamba dell'Imperatrice.
Ellis sentì il profumo di giunchiglia della donna bionda, e fu percorsa da un nuovo brivido.
Questa incantatrice mi sta stregando!
La Vedova Nera non aveva mai permesso ad alcuna donna di osare tanto, nemmeno a quella mezza donna che era il suo eunuco.
Non era mai stata attratta dalle donne, ma la Contessa di Gothian era come una calamita, attirava tutto ciò che aveva attorno. Bisognava fermarla!
«Non andare oltre! Non sono fortunata negli amori trasgressivi...» 

Marigold la guardò negli occhi.
Aveva compreso al volo:
«Vi riferite a Masrek, vero?»
Ellis sospiro, ripensando al suo dolce fratello.


Sentì un improvviso bisogno di confessare alla Dama Gialla il suo tormento.
 «Sì, è la sua ombra che mi perseguita...  pensa che a volte sogno che siamo ancora bambini, e gli dico: "Masrek, credevo che fossimo grandi, e che tu fossi fuggito via"E lui mi  risponde: "E' così infatti! Lascia che la mia fuga immobile possa dare speranza a chi crede che la partita sia ancora aperta, perché la partita è chiusa solo per chi si arrende..."»

Marigold parve sinceramente turbata da quel racconto.
«E il sogno continua o si interrompe?»  
Pronunciò quella domanda come se la riguardasse personalmente.
Ellis annuì:
«Io gli urlo: "Pietà! 
Pietà per il partente e chi rimane, pietà per chi raggiunge o ha già raggiunto, pietà per il perdente e per chi ha vinto, pietà per tutto ciò che è sotto il sole.
Pietà perché quel sole si raffredda, pietà per chi lo sa, per chi lo dice,

pietà per chi lo ignora o lo contesta, pietà per chi lo vede e non fa niente, pietà per chi non vede e brancola nel buio» 

La Dama Gialla sembrava sinceramente colpita.
Ellis aveva mostrato un'intuizione pura degli Arcani Supremi. Questo la rendeva molto più consapevole, imprevedibile. E pericolosa.
«Maestà, il vostro dolore è più forte di quanto immaginassi. L'ombra di Masrek vi sta cambiando» 

La sovrana scosse il capo:
 «No, Marigold, non sto cambiando, sto solo ritrovando me stessa» 
sospirò «quella che ero prima, la fanciulla il cui unico peccato era di amare la persona sbagliata»


La Dama Gialla chiuse gli occhi, e parlò con voce suadente:
«Amare non è mai un errore»
Le sue mani ripresero ad avanzare lungo i fianchi dell'imperatrice.
Ellis non credeva a questo lato sentimentale e passionale di Marigold.
Decise di accusarla fino in fondo, e nel contempo di accusare se stessa.
 «E invece sì che può esserlo! Amore e odio si confondono, sono facce della stessa medaglia. Questo amore mi ha fatto diventare cinica, crudele ed io... io odio ciò che sono, ciò che sembro!
Mi sono allontanata così tanto dalle virtù classiche da non trovare più un'anima che mi stringa forte di notte e mi dia una ragione valida per risvegliarmi la mattina»


Gli occhi di Marigold brillavano, e questa volta non per la rabbia, ma per la passione.
E' sincera, dovette ammettere Ellis, ma questo non la rende meno pericolosa...
Ora sapeva senza ombra di dubbio che Marigold era la Fanciulla Dorata della Profezia e che avrebbe causato la sua rovina. Solo l'Antico Patto l'aveva trattenuta, ma dopo...
Ellis ormai aveva deciso: avrebbe lasciato Lathena allo scadere del Millennio, per guidare il suo esercito verso l'ultima battaglia. Ormai i preparativi erano stati avviati. Presto sarebbe dovuta partire. Avrebbe lasciato Elner alla Dama Gialla, e sarebbe andata alla ricerca di Masrek.
Ma non ora! Ora ho bisogno di Marigold, del suo fuoco per ridare vita al mio cuore di ghiaccio. Lei è la mia consolazione e la mia nemesi.
Sarebbe giunto presto per loro il tempo dell'odio, della guerra senza esclusione di colpi.
Ma non è questo il giorno. Questo è il tempo della passione.


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