giovedì 23 gennaio 2014

Mappa dei gasdotti russi da cui dipende l'Europa.

map Europe Russia gas

(Dalla rivista di geopolitica "Limes")

Gli approvvigionamenti di gas dalla Federazione Russa all'Unione Europea.

Unione Monetaria o Unione Sovietica? La crisi del sogno europeista.

EURSS 2

di Roberto Nardella  (da Scenarieconomici.it)
1) Il debito pubblico italiano nasce (e poi cresce) dal 1981, anno del divorzio tra min. del Tesoro e Bankitalia voluto da B. Andreatta e accettato da C. A. Ciampi, con la supervisione di G.Spadolini e la firma d’avallo di S. Pertini, allora presidente della Repubblica. 
All’epoca il rapporto debito/PIL era pari al 58%. Da quel giorno è cresciuto al ritmo del 5,35% annuo, sino ad arrivare al 135% attuale.
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Da quel giorno l’Italia ha pagato in soli INTERESSI 3000 miliardi di euro attualizzati, ovvero, 91 miliardi l’anno. Un interesse costante del 5% ogni 14 anni raddoppia il proprio montante. L’economia italiana avrebbe dovuto crescere del 5.5% l’anno SOLO per impattare gli interessi. Per chi non lo sapesse: prima del divorzio, il min. del Tesoro e la Banca d’Italia concordavano il tasso di INTERESSE con cui vendere i titoli di stato: essi erano SEMPRE inferiori alla INFLAZIONE reale. Se le aste andavano parzialmente (o del tutto) deserte la Banca d'Italia comprava tutto il pacchetto e, inoltre, accreditava gli interessi stessi al Tesoro. In pratica, la creazione di moneta avveniva PRIVA del peccato originale: il DEBITO usuraio.

Si obietta che quella pratica fosse causa dell'inflazione di quel periodo, ma non è mai stato dimostrato. L'inflazione in contesti di stagnazione economica (stagflazione) può avere altre cause: il costo delle materie prime (su cui torneremo), il meccanismo della scala mobile o spirale prezzi-salari e altre variabili macroeconomiche che sono tutt'ora da verificare, poiché il modello economico monetarista non è mai stato dimostrato in maniera univoca.
2) Oggi l’Italia ha rating Standard&Poors di BBB, ad un passo da “junk” (spazzatura), nel 1998 il nostro rating era AA. Il Giappone ha rating S&P AAA, nonostante il rapporto Debito/PIL è al 235%, i loro titoli decennali pagano lo 0,70% di interessi. Lo Yen si è svalutato del 30% negli ultimi 6 mesi e sono alla ricerca disperata di una INFLAZIONE maggiore del 2%.

INFLAZIONE KOREA
3) La Corea del sud, nel 1997 svalutò la propria moneta del 120%: in meno di 2 mesi il WON coreano passò da 800 a 1800 per ogni singolo dollaro USA. Dal 2000 ad oggi il Won coreano ha perso il 60% del suo valore. E loro che fanno? Crescono al ritmo del 3/5% l’anno. Sono i TERZI esportatori netti al mondo. L’inflazione coreana è stabilmente intorno al 3% da moltissimi anni. 

4) Sembra che i loro politici abbiano preso a modello l’Italia del boom economico, quella stessa Italia che nel 1992 svalutò la Lira del 30% e che nel 1993 ebbe inflazione calante dell’1% (da 5,5% a 4,5%): se la gente non guadagna non spende e l’inflazione scende, a prescindere da quanto tu svaluti la moneta.

5) Lex-monetae. E’ quella legge grazie alla quale TUTTI i debiti che NON sono espressi sotto giurisdizione anglosassone possono essere tramutati in una nuova moneta. Ad esempio, se quando avevamo la Lira avessimo voluto un’altra valuta per eliminare gli zeri in eccesso, e l’avessimo chiamata “sesterzo”, TUTTO il debito (sia nazionale che estero) sarebbe stato ridenominato in “sesterzi” per DECRETO-LEGGE. A tutt’oggi, i possessori ESTERI di debito pubblico italiano detengono il 32% del totale, ovvero € 670 miliardi ca. il debito TOTALE (privato e pubblico) denominato sotto legislazione inglese (devi ripagarlo nella stessa valuta che ti è stata prestata) ammonta al 10/12% del totale aggregato, pari a $300/350 miliardi ca. anche i mutui verranno riconvertiti, alle stesse condizioni, in nuova valuta. A meno che non siate stati così avventati ad averlo sottoscritto in sterline o dollari. TUTTO il debito sarebbe ripagato in nuove Lire (tranne quello assunto sotto giurisdizione inglese che sarà regolato come accordi e come legge vuole), senza DEFAULT, neanche parziale. Gli investitori esteri non potranno fare altro che adeguarsi poiché il rischio che si sono assunti al momento della stipula era OTTIMAMENTE ripagato dai LAUTISSIMI INTERESSI.

6) Le materie prime, l’energia e il petrolio che l’Italia è costretta a comprare all’estero sono da sempre pagati con le valute forti diverse dall'euro (dollari, franchi svizzeri, yen, sterline ecc.) quasi integralmente provenienti dal nostro export e dal turismo. Dal giugno 2012 al giugno 2013 la bilancia commerciale italiana ha avuto un SURPLUS (differenza positiva tra export-import) di circa 30 miliardi di dollari. L’Italia risulta essere il QUINTO esportatore netto al mondo, dopo Cina, Germania, Corea del sud e Giappone. (Il Brasile, sesto, è a + 10 miliardi di surplus, ben lontano da noi). E’ doveroso capire come una Nazione importa da un’altra e come la paga. La camera di commercio con l’estero è nata all’uopo. Non tutti sanno che una Nazione per comperare merce dall’estero deve prima acquistare la moneta di quello Stato in cui quel tale prodotto viene realizzato. Se vuoi comprare una Toyota nuova, ti rechi presso il concessionario, ti scegli il modello, il colore ecc, lo paghi (non importa come) e ti porti via l’auto. Pensi che sia finita qui? NOSSIGNORE, da qui comincia, e questo esempio vale per ogni singolo prodotto che importiamo/esportiamo. Lo Stato italiano, tramite la camera di commercio estera compera gli Yen necessari per pagare l’auto da me acquistata e pagata, in euro oggi e in Lire sino a prima della moneta unica europea. Lo stesso fanno i giapponesi quando acquistano una Ferrari o un abito di Armani o un etto di parmigiano. Questo è ciò che accade miliardi di volte al giorno per le transazioni estere. Tanto più vendi prodotti all’estero e/o attrai turisti stranieri in Patria e tanto più sarà richiesta la tua moneta: il valore della tua valuta sale. Prima legge dell’economia: molta richiesta fa alzare il prezzo del prodotto. Che esso sia un’auto, un abito, un etto di parmigiano … o moneta. Altro esempio: come sappiamo le merci più richieste al mondo, tra cui spicca il petrolio, vengono contrattate in dollari USA. Per una fornitura di petrolio dal Qatar, lo Stato italiano prima deve acquistare dollari USA e poi pagherà il giusto prezzo al Qatar. Il Qatar aumenterà le sue scorte di dollari USA per il controvalore incamerato dalla vendita di quel petrolio e userà quei dollari per comperare ad es. frumento dall’Ucraina o carbone dalla Cina; se i dollari non dovessero bastare sarà costretto anche il Qatar a comperare dollari. (questo è il vero potere degli USA).
E’ abbastanza chiaro il concetto? Un SURPLUS di bilancia commerciale è SEMPRE in valuta pregiata.
Il prezzo di un litro di super, all’industria, costa 55 centesimi, il resto per arrivare a 1,7 euro sono TASSE che un quasi-Stato che non può più EMETTERE moneta è COSTRETTO ad AUMENTARE COSTANTEMENTE. Uno Stato che NON può emettere moneta NON può fare politica monetaria, ergo NON può fare politica economica, ergo Non può fare politica industriale, ergo NON può fare politica del lavoro. 

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6) L’Italia, non avendo materie prime, dai tempi di Marco Polo, Le importa, le trasforma in loco e poi le rivende a 20 volte tanto, lasciando gran parte dei margini nella filiera italiana (in salari, tasse, dividenti ecc). Questo lo si faceva molto meglio con una valuta debole piuttosto che con una forte (Giappone e Corea del sud sono lì a farcelo capire l’ennesima volta). L’interesse franco-tedesco di realizzare la moneta unica e di costringere l’Italia a farne parte scaturiva dalla paura di avere un concorrente così temibile, padrone della propria politica monetaria che veniva usata per il bene della collettività.

L'allora cancelliere Helmut Kohl si espresse chiaramente, nel 1996, in questi termini: "Un'Italia fuori dall'euro farebbe una concorrenza rovinosa all'industria tedesca" 


7) A quali italiani fa comodo l’euro? Alle multinazionali, alla grande industria, che approfitta della deregulation per abbassare i salari e le pretese sindacali dei dipendenti, alle industrie che hanno delocalizzato, al sistema bancario e a tutti coloro che spaventa il rischio-cambio.  E naturalmente a coloro che vogliono fare viaggi a Eurodisney senza dover cambiare moneta.

8) Rimanendo nell'euro, il rischio è che tra meno di 10 anni avremo il DESERTO INDUSTRIALE e sociale. La Grecia è lì a ricordarcelo.


Geopolitica del Mar Rosso



[Carta di Laura Canali dalla rivista "Limes"]

Yemen, pedina della contesa tra Arabia Saudita e Iran


di Daniele Grassi
Lo scontro politico-ideologico fra Riyadh e Teheran per la primazia regionale non risparmia Sana'a, la cui instabilità perenne è funzionale agli interessi delle due potenze. Aumentano i rischi di una guerra civile. 

Grafico riassuntivo (ironico) dei principali Social Network



Questa immagine tratta da "YOUng" sintetizza perfettamente (e ironicamente) le motivazioni del successo dei quattro principali social media del momento. Siete d'accordo?

Perdere peso vestendo leggero...

Su Panorama ho letto un articolo dove si sostiene questa tesi, basata su uno studio condotto dalla University Medical Center di Maastricht e pubblicato su Trends in Endocrinology & Metabolism.
Sottoporre il proprio corpo a temperature più basse della norma potrebbe, oltre che farci rischiare di prendere un raffreddore, rivelarsi un metodo per dimagrire
Non a caso si parla di bruciare calorie. 
Tali calorie bruciate per riscaldare il corpo andrebbero a intaccare il tessuto adiposo bruno, utilizzando fino al 30% del nostro bilancio energetico quotidiano.
Siete disposti a correre il rischio? Allora vestite leggero e sperate che non ci sia il virus dell'influenza in giro da quelle parti!

L'impero britannico e l'impero tedesco si fronteggiano nel 1914

Manifesto tedesco antibritannico, 1915.Il poster si riferisce esplicitamente all’Entente Cordiale, l’alleanza stipulata tra Inghilterra e Francia in chiave antitedesca che aveva messo fine ai loro antagonismi regolando varie questioni coloniali aperte. L’immagine mostra un gigantesco ragno inglese dall’espressione diabolica che divora famelicamente un soldatino francese mentre le sue zampe si estendono su tutta l’Europa fino alla sponda africana. Altri personaggi, tra cui lo zio Sam americano, assistono alla scena, tutti passivamente. Ma l’aquila tedesca no: nella sua posa regale vigila attentamente sui movimenti del ragno inglese dall’alto di una rupe, mentre un soldatino su un U-Boot della sua Marina nel Mar Nero (in basso a destra) taglia la tela del ragno in difesa dell’ottomano già prigioniero nella sua zampa.

Manifesto tedesco antibritannico, 1915 (Dalla rivista "Limes")

Il poster si riferisce esplicitamente all’Entente Cordiale, l’alleanza stipulata tra Inghilterra e Francia in chiave antitedesca che aveva messo fine ai loro antagonismi regolando varie questioni coloniali aperte. 

L’immagine mostra un gigantesco ragno inglese dall’espressione diabolica che divora famelicamente un soldatino francese mentre le sue zampe si estendono su tutta l’Europa fino alla sponda africana. 

Altri personaggi, tra cui lo zio Sam americano, assistono alla scena, tutti passivamente. Ma l’aquila tedesca no: nella sua posa regale vigila attentamente sui movimenti del ragno inglese dall’alto di una rupe, mentre un soldatino su un U-Boot della sua Marina nel Mar Nero (in basso a destra) taglia la tela del ragno in difesa dell’ottomano già prigioniero nella sua zampa.

Manifesto francese antiprussiano di M. Neumont, La Guerre est l’industrie nationale de la Prusse, Paris 1917, Gallais. Il poster riprende una citazione di Mirabeau, l’orateur du peuple: «La guerra è l’industria nazionale della Prussia». La Germania assume le sembianze di un gigantesco polipo che con i suoi tentacoli avvinghia minacciosamente l’intera Europa. Sulla parte destra dell’immagine le dimensioni degli eserciti prussiano e francese sono rapportate alla grandezza di due soldati: quello prussiano, ben armato e dall’espressione malvagia, è enormemente più grande di quello francese, a testimoniare la vocazione irrimediabilmente militarista della Prussia.

Età matrimoniale media nel mondo



Da "Linkiesta"

PAESEUOMINIDONNEANNO
 Brasile28262006
 Canada31.129.12008
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 Stati Uniti28.926.92011

Asia

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 Armenia28.424.52008
 Hong Kong31.228.92011
 India2622.22011
 Israele31.528.82007
 Giappone30.528.82010
 Libano32.828.82006
 Filippine28.025.32011
 Singapore30.028.52010
 Corea del Sud32.129.42012
 Tajikistan26.222.42008
 Kazakistan26.824.12008
 Kyrgyzstan26.723.42008
 Kuwait27272012
 Malesia28.025.72010
 Mongolia26.224.22010
 Uzbekistan25.222.42006

Europa

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 Austria31.728.92008
 Azerbaijan27.323.12008
 Belarus26.023.92008
 Belgio30.728.52008
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 Bulgaria30.026.92010
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 Repubblica Ceca32.429.62011
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 Estonia29.627.22008
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 Francia31.629.62008
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 Germania33.030.02008
 Grecia31.828.92008
 Ungheria30.427.92008
 Islanda34.332.12008
 Irlanda34.132.02010
 Italia34312011
 Lettonia28.826.72008
 Lituania28.025.72008
 Macedonia27.724.72000
 Malta29.627.52008
 Moldova25.823.02008
 Montenegro30.025.92008
 Paesi Bassi33.130.42012
 Norvegia33.431.12008
 Polonia27.525.62010
 Portogallo3129.52011
 Romania30.927.52009
 Russia26.123.32004
 Serbia29.826.62008
 Slovakia31.928.82010
 Slovenia30.928.42008
 Spagna3229.82008
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Oceania

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 Australia29.627.72009