lunedì 3 novembre 2014

Parodie fantasy


Per quanto io mi sforzi di inventare personaggi femminili antipatici, Cersei resta inarrivabile...

Un altro simpaticone












Ecco l'origine di tutti i mali...

I bei tempi in cui c'era ancora Ned Stark...

Lannisters send their regards...

"Legolas, cosa vedono i tuoi occhi di elfo?" (Aragorn, "Le due torri")

Paesaggi







Henry Pether (1798 - 1898), Lambeth Palace, London, 1858, 






Kent Valley, Cumbria 




Castelli


Alcázar de Segovia. Castilla y León; sotto Castello di Eltz (Germania)



Castello di Edimburgo


Palacio Episcopal de Astorga, por Gaudí. León. Castilla y León. 

Inveraray Castle, Scotland!


Dunster Castle, Somerset 

Mespelbrunn Castle

Bannerman Castle, Bannerman Island, New York



 Dunvegan Castle on the Isle of Skye, Scotland


La Quarta Era. Capitolo 19. Vanimelde di Dol Amroth, la terza sorella



Sua Altezza Reale la principessa Vanimelde, signora di Dol Amroth, era la terzogenita di re Aragorn Elessar e della regina Arwen Undomiel e in quanto tale era sorella minore della principessa Ancalime, Sovrintendente reggente di Gondor, e sorella maggiore della principessa Silmarien, signora di Andunie.
Per la sorella maggiore provava una sincera compassione.
La vita di Ancalime si può riassumere in una sola frase: "Le cattive regine sono principesse che non sono state salvate".
Ancalime si era consumata per un amore non ricambiato e invece di rivolgere il suo cuore verso qualcun altro aveva deciso, sbagliando, di compensare il mancato amore con l'ossequio pubblico.
Crede di comandare, dall'alto del suo trono e dei suoi sfarzosi addobbi, ma non ha capito che il vero potere è detenuto da chi agisce nell'ombra.
Nel regno di Gondor, col passare degli anni, il potere effettivo si era concentrato nelle mani di un'organizzazione di spie che alcuni avevano incominciato a chiamare "i servizi segreti".
A muovere le fila dei servizi segreti erano gli stregoni blu, Alatar e Pallando.
Riguardo alla sorella minore, invece, Vanimelde nutriva un sentimento conflittuale in cui si alternavano affetto, stima e invidia.
Silmarien è nata col dono della gioia, e con la convinzione che la vita sia bella, e questa è stata e sarà sempre la sua fortuna.



Vanimelde era anche sorella minore del nuovo re di Arnor e Gondor, Eldarion, che le aveva assegnato da poco la signoria sulla città costiera di Dol Amroth, nel sud del regno, e l'incarico di governatrice di quella provincia, dietro suggerimento di Ancalime, che non voleva rivali a palazzo.
Povero Eldarion: sarebbe stato un ottimo studioso, e invece è costretto a regnare e ad esporsi in questi tempi calamitosi. 
Ahimè, questi giorni funesti toccano a noi, i giovani periscono e i vecchi resistono. Dovrei forse vivere nell'inerzia ed assistere così all'ingloriosa fine della mia Casata?
Non si voleva rassegnare a un simile destino.
Questo erano i pensieri di Vanimelde, mentre, dalla torre piu alta della rocca, che si trovava su un promontorio nella zona costiera della penisola, trascorreva il tempo osservando il mare che si infrangeva sugli scogli. 




Bandiera di Dol Amroth




Era un bel panorama, senza dubbio, ma non era sufficiente per nascondere l'idea di sentirsi tagliati fuori dal mondo.
Non era occorso molto tempo, a Vanimelde, per rendersi conto che la signoria su Dol Amroth era un "incarico di punizione", un vero e proprio esilio in un territorio sperduto che nemmeno i legittimi eredi avevano voluto mantenere.
Lord Alphros aveva infatti rinunciato al titolo e al territorio in favore dei cugini Faradan Elboron ed Aelfwine di Rohan, sulla base di un asse ereditario evidente osservando l'albero genealogico dei Principi di Dol Amroth.



Aelfwine aveva rifiutato a sua volta e Faradan Elboron si era trovato ad essere l'unico erede. Alla sua morte il tutto era passato alla moglie Ancalime, la quale lo aveva trasferito per decreto alla sorella Vanimelde, per togliersela di torno.

Il fatto che nessuno dei legittimi eredi si fosse opposto al passaggio della signoria era una ulteriore conferma del fatto che per Vanimelde si trattava di un confino punitivo per non essersi sottomessa al volere della sorella maggiore e dei suoi alleati,
Ma se Ancalime. Aelfwine e Pallando si illudono di avermi eliminata, si sbagliano di grosso. Per anni ho lasciato credere a tutti loro di essere una sciocca. Essere sottovalutati è l'unico modo per sopravvivere alle congiure di palazzo, ma è venuto il momento di gettare la maschera. Si pentiranno per il male che mi hanno fatto...
Aveva infatti un suo fedelissimo alleato, nel Consiglio Ristretto del Re.
Alatar mi riferirà tutto ciò che bolle in pentola.



Lo stregone era appena arrivato alla rocca e attendeva paziente che la principessa gli concedesse udienza.
Alatar era da anni il devoto e appassionato amante di Vanimelde, per la quale nutriva una venerazione sconfinata.
Al contrario di Pallando, che usa Ancalime ed Eldarion come sue pedine.



Alatar possiede molti poteri magici nascosti, come quello di cambiare il suo aspetto per renderlo gradevole alla persona che ama, senza contare le sue capacità amatorie e sessuali molto al di sopra della media.
Ma in quel momento avevano entrambi ben altre preoccupazioni.
Quando Alatar ebbe riferito a Vanimelde l'esito dell'ultima riunione del Consiglio Ristretto, la principessa rifletté a lungo e poi disse:
<<E' evidente che Pallando vuole aizzare gli Haradrim contro il regno di Gondor per indebolire  entrambi i popolo e poi ottenere la supremazia sull'intera costa occidentale, come trampolino di lancio per le sue smodate ambizioni. Non è solo Gondor ad essere in pericolo: è tutta la Terra di Mezzo!
Noi ci opporremo alle trame oscure di Pallando e per questo io ripongo in te la mia fiducia.
Tuttavia, per quanto il nostro legame sia solido, devo assicurarmi che tu non stia facendo con me un gioco simile a quello di Pallando con Ancalime, perché in tal caso...>>
Alatar si prosternò davanti a lei:
<<Mia principessa, io non farei mai nulla contro di te, lo sai bene, la mia devozione nei tuoi confronti nasce da un profondo sentimento di empatia...>>
Vanimelde sollevò la mano destra:
<<Hai la brutta abitudine di interrompermi, Alatar>> lo rimproverò, fissandolo con i suoi enigmatici occhi viola <<Io non sono un'ingenua come le mie sorelle, perciò la mia esortazione ad essermi fedele non poggia solo su quella che tu chiami "empatia", ma anche sull'insieme di  vantaggi che sono otterrai se Pallando e i suoi alleati cadessero in disgrazia.
Sarebbe molto di più di quanto potresti sperare diventando una pedina dello stregone o una spia degli Esterling. 
Ciò premesso, non ti resta che seguire passo per passo il piano che abbiamo concordato. 
Mi raccomando, attenzione ai particolari! 
L'esito positivo del piano dipende dalla precisione con cui si eseguiranno i dettagli>>
Alatar annuì:
<<Sarà fatto, mia principessa. Salveremo Gondor e la Terra di Mezzo, e tu, nel giro di tre mesi al massimo, potrai tornare a Minas Tirith e farti restituire tutto ciò che ti è stato sottratto, più un legittimo risarcimento per i danni morali e materiali>>
Vanimelde sospirò:
<<Niente può risarcire il tempo perduto in queste beghe politiche, ma ho ancora dei desideri che meritano di essere soddisfatti>>



Alatar le rivolse un'occhiata complice:
<<Purtroppo non tutti i mezzi che dovremo usare per ottenere il nostro nobile scopo saranno, come dire, altrettanto nobili>>
La principessa, che detestava l'ipocrisia retorica o l'ingenuità di chi professava i buoni sentimenti anche durante le invasioni barbariche, allargò le braccia:
<<Si tratta di legittima difesa contro gli invasori! 
Siamo in guerra, amico mio, e le guerre non si vincono né con i buoni sentimenti, né con le buone maniere!>>