domenica 7 giugno 2015

Estgot. Capitolo 86. Il Primo Patto: le richieste di Atar e il programma di Waldemar



<<Il rituale di cui hai parlato serve per concludere il Patto, Edwina, non per evocare Atar. 
Abbiamo letto entrambi i testi sacri: è ora di finirla con questi trucchetti.  Non dirò una parola di più, se non in presenza di Atar!>> 

Edwina Ataris, non sapendo più cosa replicare, svanì in un turbinio di luce.

Dopo un tempo non quantificabile, Atar fece la sua comparsa.
Assomigliava molto ad Edwina, fisicamente, nelle sue sembianze umanoidi, ma il colore dorato della sua pelle e il colore rosso dei suoi occhi ricordavano molto più intensamente il Fuoco e la sacra Fiamma.



<<Sei stato severo con mia figlia, lord Waldemar>>

Lui non si scompose:
<<Sire Atar, lo sono con tutti quelli che tentano di imbrogliarmi. Tua figlia ha un viso d'angelo, ma ha un carattere da maschiaccio. E comunque, Edwina corre grandi rischi. Se non cambia atteggiamento, tutto ciò che noi stiamo costruendo potrebbe crollarci tra le mani>>

Atar annuì:
<<Lo so, ed è anche per evitare questo rischio che voglio che tu sia il mio rappresentante.
Ho miliardi di mondi di cui occuparmi, e devo delegare i compiti a coloro di cui mi fido.
Fortunatamente, tu sei una mia creatura, molto più di quanto lo sia Edwina. 
Dimmi: hai compreso il motivo per cui ti ho fatto avere l'Anello del Fuoco, diventando così il tuo mentore?>>

Waldemar annuì:
<<Credo di sì, mio Signore. Non sono sufficientemente "buono" per piacere al luminoso Belenos e non sono sufficientemente "cattivo" per piacere ad Eclion l'Oscuro. Ma sono sufficientemente sveglio per capire che il pericolo viene da Gothar. Tu invece, Sire Atar, sei "al di là del bene e del male", come il Fuoco che può riscaldare o distruggere, a seconda di come lo trattano>>

Atar accennò un sorriso:
<<Molto bene. In te arde il Sacro Fuoco, anche sotto la cenere.  In molti non lo vedranno, e si faranno male, quando oseranno toccarti.



Hai la mia protezione, Waldemar, e persino la mia benedizione: ne avrai bisogno, perché il tuo destino sarà come quello di Cassandra. Farai previsioni esatte, ma gli altri non ti crederanno, finché non sarà troppo tardi>>

Waldemar ne era perfettamente consapevole:
<<Sire Atar, confido nel tuo sostegno, poiché le mie fatiche saranno gravi, e in tutte tu dovrai aiutarmi, preservandomi dalla stanchezza. E anche se dovessi camminare per una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sarai con me>>

Atar parve divertito:
<<In pochi capiranno le tue citazioni bibliche. Chi si ricorda più cosa sia il Salmo 23?>>

Waldemar allargò le braccia:
<<Io sono solo un divulgatore. La mia è una "prestazione di mezzi", non di risultato. Mi piace pensare che la Tradizione conti ancora qualcosa, come la civiltà classica. Preferisco una citazione latina, piuttosto che un uso servile della lingua inglese. Offro perle gratuite: ognuno è libero di fare con esse quel che gli pare>>



Atar insistette:
<<Ad porcos margaritasTroverai ben poca solidarietà, tra i suoi simili>>

Waldemar lo sapeva fin troppo bene:
<<Non è colpa loro, mio Signore. Siamo stati americanizzati, anche nelle scienze umane. Basti pensare alle tonnellate di "pensiero positivo" anglosassone, per cui bisogna vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, anche quando è vuoto del tutto>>

Atar si accigliò:
<<Bandire la sofferenza dai propri pensieri non la farà scomparire dalla propria vita! Al contrario, vi renderà più vulnerabili, nel momento del naufragio>>

Waldemar la trovò un'affermazione azzardata:
<<Mio Signore, solo un masochista potrebbe volgere spontaneamente i suoi pensieri al dolore, quando esiste tanta bellezza nel mondo!>>

Atar sorrise, ma era un sorriso amaro:
<<Non ci credi nemmeno tu. Io conosco i tuoi pensieri, le tue preoccupazioni, ed è anche per questo che ti ho scelto. In fondo, tu sai che le mie parole hanno un preciso fondamento.
In una civiltà in cui trionfa l'edonismo esibito, il dolore è considerato "sconveniente".  E' vietato persino parlarne Il dolore è il supremo tabù della vostra epoca.
Chi ne parla viene ridicolizzato. Certo, il dolore è un nemico, ma se vi rifiutate di conoscere il nemico, come potete illudervi di sconfiggerlo? Come potete educare le nuove generazioni se le fate crescere sotto una campana di vetro?>>



Waldemar si limitò ad una blanda difesa d'ufficio:
<<La famiglia, la scuola e lo sport insegnano ancora disciplina ed impegno>>

Atar divenne ancor più cupo, e persino la sua luce si attenuò:
<<Queste cose le accettano solo quelli a cui piace lo studio o lo sport, e ciò significa che a vincere non è il senso del dovere. Chi antepone costantemente il principio del piacere al principio di realtà, ha abbandonato la via della saggezza.
In verità ti dico: nessun successo duraturo può essere ottenuto senza la cognizione del dolore>>

Waldemar, che non aveva mai perdonato agli dei di tollerare l'esistenza del dolore, protestò:
<<Perché devi rendere tutto così difficile?>>

Il Signore del Fuoco inarcò le sopracciglia:
<<Perché è difficile! Uno dei maggiori peccati di voi umani è la faciloneria! Vi illudete che per avere qualcosa basti desiderarlo intensamente. Ma le cose importanti hanno un prezzo, che si misura in termini di sofferenza. Niente che abbia valore è semplice.
Tieni a mente questi miei moniti, perché solo chi ne accetterà il significato potrà salvarsi, quando arriverà il Grande Cataclisma>>

Waldemar lo fermò subito:
<<E gli altri? C'è qualche speranza per gli altri?>>

Atar scosse il capo con l'aria di chi fa decisamente sul serio:
<<Per gli altri, niente!>>



Waldemar inspirò: <<Le mie premonizioni dicono il contrario. E tu sai che io non sono un soldatino di piombo che obbedisce ciecamente senza discutere. Esigo più autonomia!>>

Atar lo colse di sorpresa con una domanda:
<<Tu hai fatto il servizio militare. Non è vero?>>

Waldemar si meravigliò:
<<Cosa c'entra? Comunque sì, nel 2005 ero ufficiale della Corona Britannica a Bassora, in Iraq. Ho visto la vera guerra, che è molto diversa da quella che appare nei film d'azione che piacciono tanto agli adolescenti. Al primo corpo sbudellato, ogni epos va a farsi friggere. Ne so abbastanza, di uso delle armi, per non trovarci niente di divertente o di eroico.
Del resto, non esistono eroi senza macchia, nel mondo reale, e solo chi non ha mai visto una vera guerra può desiderarne una. Per me non c'è nulla di più importante che preservate la pace!
Come diceva Sun Tzu: "La suprema arte della guerra non è vincere cento battaglie, bensì sottomettere il nemico senza combattere". Un giorno i miei detrattori potrebbero persino ringraziarmi, per aver seguito questo saggio consiglio>>



Gli occhi di Atar erano diventati del colore del vino:
<<Ben detto! Il tuo programma è saggio. Ora, tu sai ciò che deve essere fatto, sia riguardo ai Varchi che riguardo a Gothar. 
Ti concedo ampio margine di autonomia, e ti chiedo soltanto lealtà. Dovrai solo dire cose scomode a chi non le vorrà sentire e indicare vie di salvezza a chi non ti vorrà credere.
E' il destino dei Profeti: essere come la voce di uno che grida nel deserto>>

Waldemar soppesò quelle parole:
<<Non è questo che mi spaventa. Nemo Propheta in patria. Da ragazzo, ho remato in canoa nei fiumi della Germania. Sono abituato ad andare controcorrente!>>

Atar annuì:
<<Lo so! Ti hanno esiliato ad Estot perché hai osato attaccare pubblicamente, e qui cito le tue parole "il bigottismo buonista e le ovvietà istituzionali" dell'Unione Occidentale. Ma questo era nelle intenzioni: tu volevi venire qui, perché volevi scoprire come era morta Virginia. Ora che lo sai, devi farle avere giustizia!
Io mi rivolgo dunque al ribelle, al giustiziere e al suo fuoco interiore. Metti da parte gli indugi! Diventa ciò per cui sei nato!>>

Era il momento. Ormai le carte erano in tavola. Prendere o lasciare! 
Waldemar aveva già deciso da tempo:
<<Avrò ampia autonomia, hai detto? Allora avrai la mia lealtà!>>

Atar si rivolse a lui con voce possente:
<<Roman Waldemar, Maestro dei Maestri dell'Ordine degli Iniziati, ti offro il potere di aprire o sigillare ogni Varco: le chiavi che schiudono le Porte del Cielo>>

Waldemar recitò la formula di accettazione:
<<Benedetti siano il Sacro Fuoco e la sua Fiamma, possa il loro passaggio purificare il mondo>>



Detto questo, si punse con un ago il polpastrello dell'indice destro e versò tre gocce di sangue sul fuoco.
In quel momento un'immensa energia entrò in lui e si sentì forte come mai prima era stato.



Fu così che il Primo dei Grandi Patti per la Nuova Terra fu siglato tra il rappresentante degli umani e quello dei Signori degli Elementi.



2 commenti:

  1. Quindi sostanzialmente il patto tra Waldemar ed Atar consiste semplicemente nella divulgazione di una serie di verità da parte del primo che in cambio otterrebbe la protezione del Dio per stabilire chi far passare nei varchi?
    Ma scusa, con tutte le notizie più o meno inventate che circolano al giorno d'oggi, come potrebbe una persona normale (non dico gli apparteneti alle sette che comunque, per quanto in modo non completo, sono a conoscenza della situazione), credergli?
    Atar vuole portarsi dietro un gregge di creduloni ealtati senza un minimo di spirito critico per poterli comandare senza difficoltà, o c'è uno schema più ampio ditro questo criterio di scelta?
    Pure con il discorso sul dolore non ho capito bene dove volesse andare a parare: Waldemar mi sembra il tipo che ci rimugina fin troppo già di suo perchè gli servisse una riflessione sul non ignorarlo (come se si potesse ignorare il dolore)...
    Io non penso che nella nostra società il dolore sia un tabù, anzi, mi pare che venga strumentalizzato a più non posso (basta vedere tutti i programmi che fanno su gente disagiata o che vive situazioni dolorose o il fatto che non appena qualche celebrity comincia a passare nel dimenticatoio, spiattella qualche dramma in prima pagina ed è di uovo sulla cresta dell'onda)!
    D'altra parte non credo nemmeno si possa ignorare il dolore, c'è e basta, come c'è la felicità: e anzi penso che proprio perchè la gente soffra e sia insoddisfatta che le pubblicità spingono tanto sull'ottimismo, praticamente ti dicono se vuoi essere felice comprati questo o quello! Come se si potesse arrivare alla felicità accumulando cose, per quanto belle possano essere!
    D'altra parte secondo me un'atteggiamento pessimista (e peggio vittimista) è la cosa peggiore: tende a far fossilizzare in un circolo vizioso di negatività che richiede una volontà notevole per uscirne (e parlo per esperienza: mi è capitato di conoscere diverse persone pessimiste, e tutte fanno sostanzialmente solo due cose, si lamentono di quanto sono sfortunate e invidiano questo o quello qperchè ha più di loro... Questo è un'atteggiamento che detesto! Con tutto il tempo che perdono a piangersi addosso, sai quante cose ptrebbero fare per milgiorare loro stessi e la loro vita?), non ho capito che ci sia di tanto importante nel dare così rilievo al dolore...
    Comunque ora che il patto è stato siglato, sono curiosa di vedere cosa accadà quando Waldemar aprirà i varchi! :)

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    1. Ti ringrazio moltissimo per questo commento così approfondito e così ben argomentato!!!^^ ;-)
      Mi ha fatto davvero molto piacere e l'ho trovato assolutamente condivisibile!
      Atar ci fa ovviamente una pessima figura e questo effetto era voluto, nel senso che io non ho una grande opinione sulle divinità e credo che, se mai esistessero, non ci farebbero una bella figura. Ho sempre pensato che le religioni abbiano una cosa in comune e cioè il fatto che gli dei sono sadici. Non so, forse mi sbaglio, ma io trovo molto sado-masochismo in gran parte delle religioni: nel politeismo gli dei vogliono dei sacrifici di sangue, nel monoteismo vogliono sottomissione e portano avanti l'idea che il dolore abbia una valore di redenzione. Il discorso di Atar sul dolore va letto in questa ottica e cioè nel fatto che a me pare che gli dei ci godano a farci soffrire... ecco perché gli ho messo in bocca quelle parole.
      Waldemar non gli ha dato molta corda e ha puntato sul farsi concedere i poteri promettendo in cambio soltanto una vaga lealtà.
      Come farà ora a farsi credere dalla gente e a non passare per un impostore? Lo scopriremo solo leggendo, ma posso anticipare che non sarà affatto facile^^ :-D
      Inoltre, conoscendo come sarà il mondo in cui è ambientato Gothian, è evidente che qualcosa andrà storto, sulla Nuova Terra...
      Molto giuste le tue considerazioni sulla spettacolarizzazione del dolore fatta da certa tv spazzatura o del diseducativo messaggio della pubblicità secondo cui la felicità si può ottenere solo comprando i vari prodotti reclamizzati. Sottoscrivo in pieno!
      Il circolo vizioso del vittimismo è molto pericoloso, conosco anch'io persone che ci sono cadute dentro e che non riescono a uscirne, nonostante io cerchi di convincerle a recuperare fiducia. Che dire? E' chiaro che a volte mi fanno rabbia, però alla fine prevale il senso di umana solidarietà: forse hanno solo bisogno di sfogarsi, di essere ascoltati. Ci vuole pazienza, però credo che saper ascoltare il dolore degli altri sia un nostro dovere nei confronti di chi soffre. Certo non è che dobbiamo diventare tutti Madre Teresa, però ognuno nel suo piccolo può fare qualcosa per aiutare una persona che è imprigionata in un circolo vizioso. A volte ci vogliono anni, però devo dire che gli amici a cui sono stato vicino in quei momenti e che ho ascoltato con molta pazienza, senza giudicare e senza voler imporre una mia visione del mondo, alla fine si sono ripresi, forse perché avevano solo bisogno di parlare. Immagino che le psicoterapie funzionino così, anche se l'aiuto di un buon amico può essere molto migliore! ;-)
      Ti ringrazio ancora per le tue ottime osservazioni che hanno reso molto profondo questo post, toccando tematiche di grande importanza e analizzandole con validi pareri e ragionamenti. Mi piace quando la letteratura va oltre il particolare e tocca temi di valenza universale, che riguardano tutti noi e la nostra condizione umana.
      Grazie di cuore!!! *-*

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