domenica 13 settembre 2015

Gli Iniziati di Estgoth. Capitolo 5. Burg Hohenzollern





Il castello neogotico di Burg Hohenzollern era stato costruito nell'Ottocento su commissione di Federico Guglielmo IV di Hohenzollern, re di Prussia, al di sopra dell'abitato di Hechingen-Bisingen (Stoccarda, Baden-Wurttemberg, Germania), dove sorgeva l'antica roccaforte medievale, prima residenza della stessa dinastia destinata a regnare sulla Prussia e sul Secondo Impero Germanico.
La proprietà del castello era poi passata a un ramo collaterale della dinastia prussiana, quella dei Duchi di Hohenzollern-Sigmaringen.



Fu lo stesso duca Heinrich Konrad von Hohenzollern-Sigmaringen, Iniziato agli Arcani Supremi e appartenente all'Aristocrazia Nera a ricevere Lord Waldemar nel cortile esterno del castello, il giorno precedente all'inizio della Missione sulla Nuova Terra, che doveva partire proprio da un Varco esistente nelle segrete del castello.
Waldemar arrivò in tarda serata, a bordo di una Mercedes blu dai vetri oscurati, con una piccola scorta, senza dare nell'occhio. 
Era vestito con l'uniforme nera della Guardia di Ferro e indossava un mantello ancora più scuro del resto.
Il suo volto aveva un'espressione determinata e severa.



Il duca Henrich Konrad si inchinò profondamente, con grande deferenza:
<<Lord Waldemar! E' un grande onore avervi qui! Sono completamente al vostro servizio>>

Il Gran Maestro dell'Ordine degli Iniziati era compiaciuto:
<<Avete fatto un buon lavoro, duca Heinrich. La organizzazione logistica di questa base operativa è stata implementata esattamente secondo le mie istruzioni>>
Il duca tornò ad inchinarsi, quasi commosso per l'elogio:
<<Ho fatto solo il mio dovere di Iniziato, Milord>>



Waldemar annuì.
La dinastia degli Hohenzollern conosceva bene il codice d'onore degli antichi nobili appartenenti all'Aristocrazia Nera.
Di lui mi posso fidare, al contrario di gente come Albedo e gli altri "cani da guardia" che il Consiglio mi ha affibbiato.
Il solo pensiero lo contrariava.
Mentre attraversavano a piedi il cortile più interno del castello, studiò attentamente la conformazione dell'edificio, continuando nel contempo la conversazione:

<<Molti altri Iniziati non ne sarebbero stati in grado. Alcuni avrebbero persino sabotato le operazioni, o quantomeno provato a mettermi i bastoni tra le ruote.
Sono tempi confusi e di grande disorientamento. I migliori mancano di convinzione e i peggiori ne hanno fin troppa>>



Il duca di Hohenzollern-Sigmaringen chinò nuovamente il capo:
<<A voi non si può nascondere nulla, Milord. E' dunque vero che potete leggere i pensieri nella mente di chi vi è vicino?>>

Waldemar annuì, ma solo leggermente:
<<Percepisco le emozioni. Per i pensieri è più difficile, è come se dovessi decifrarli da un alfabeto antico, in una lingua straniera, ma mi è utile per capire di chi posso fidarmi. E di voi mi fido>>
Il duca sorrise:
<<Vi ringrazio, Milord. E' una fiducia che ricambio con la più profonda devozione. Mi tranquillizza sapere che ora ci siete voi a risolvere i conflitti interni all'Ordine
Le nostre preghiere sono state ascoltate: voi siete il nostro Profeta>>

Waldemar fece un gesto vago con la mano:
<<Profeta è un termine troppo impegnativo. Le mie sono Premonizioni, il che è differente. 
Una Premonizione è simile a un sogno e pertanto prevedere il futuro è come cercare di ricordare un sogno molto complesso, quasi dimenticato>>



Il nobile Von Hohenzollern-Sigmaringen rimase interdetto:
<<Ma voi avete colto i Segni dei Tempi! L'avvicinarsi del Grande Cataclisma!>>

Waldemar strinse le spalle:
<<Chiunque poteva farlo! I Segni sono sotto gli occhi di tutti. Evidenze di ogni genere: guerre, terrorismo, migrazioni di massa, crisi economiche e finanziarie, scontri sociali e politici, sconvolgimenti climatici. Tutto avviene nello stesso momento, ogni giorno, e si inasprisce sempre di più. Ma la maggior parte delle persone non se ne accorge nemmeno.
Quanti eventi importanti passano rapidamente sotto i nostri occhi senza che quasi nessuno li ricordi? Quanti istanti decisivi trascorrono senza quasi lasciare traccia nelle nostre giornate?>>

Il duca si sentiva quasi in colpa:
<<La gente preferisce distogliere lo sguardo dal dolore, specie quando non la riguarda direttamente>>

Waldemar sollevò un indice ammonitore:
<<E' comprensibile, ma non più accettabile, ora che questi problemi bussano fragorosamente alla nostra porta.  La classe dirigente non propone soluzioni credibili.
Ma noi Iniziati porremo rimedio a tutto questo!>>

<<Senza dubbio, Milord. E come ci comporteremo con i popoli autoctoni della Nuova Terra?>> chiese l'Hohenzollern-Sigmaringen.

Waldemar sapeva che quello era il punto cruciale.
Loro ci vedranno come quelli che arrivano là a portare la peste. Diranno che creiamo il deserto e lo chiamiamo "pace". Che siamo come un flagello biblico, come un proverbiale sciame di locuste.
Era essenziale trovare un compromesso, almeno con i Drow.
<<Avremo il massimo rispetto nei loro confronti e offriremo loro tutti i benefici della nostra conoscenza scientifica e tecnologicaNon faremo nulla senza prima aver raggiunto un accordo con loro.
Ma una cosa va detta: non possiamo aspettarci che ci accolgano a braccia aperte, in fondo vogliamo trasferirci stabilmente nella loro terra senza essere stati invitati. 
Questi popoli hanno lì le loro radici, e le radici profonde non gelano, per cui non dovremo meravigliarci se alcuni di loro ci vedranno come invasori>>

<<C'è il rischio di una guerra?>>

<<Non subito. All'inizio ci saranno reciproche concessioni e reciproche intese. Ma più oltre la mia premonizione si fa incerta. Il futuro è in continua fluttuazione: alcune variabili potrebbero creare dei problemi. Per ora preferisco non parlarne, ma so già quali sono i soggetti più pericolosi. Li tengo d'occhio, ma è impossibile avere tutto sotto controllo, e comunque il destino ha più fantasia di noi>>



Entrarono nell'ampio portone a sesto acuto.
Waldemar si guardò attorno, ammirando lo stile degli interni:
<<Stupefacente!>>
Il Principe sorrise:
<<Vi ringrazio, Milord>>>>
Un'iscrizione stava scritta sul basamento del colonnato interno.

“Vita brevis, ars longa, occasio praeceps, experimentum periculosum, iudicium difficile

Waldemar tradusse mentalmente.
La vita è breve, l'arte è lunga da apprendere, ma duratura, l'occasione è fuggevole, l'esperienza pericolosa e il giudizio difficile.
Era forse un ammonimento? Un invito alla prudenza?

Il duca si inchinò nuovamente:
<<Dopo di voi, Lord Waldemar. Normalmente quest'ala dell'edificio è aperta al pubblico, ma è stato molto saggio, da parte vostra, aver approfittato della chiusura di metà agosto per dare inizio alle operazioni.  Ed ecco la scala che conduce nei sotterranei e nella Cripta>>




Waldemar annuì;
<<E' una fortuna che il re Federico Guglielmo IV abbia rispettato l'architettura della Cripta e delle segrete, poiché è proprio lì che si trova il Varco>>

Il volto del nobiluomo si illuminò di curiosità:
<<Sarà una grande emozione assistere a questa miracolosa apertura>>

Waldemar aveva in volto un'espressione seria e determinata:
<<Domani, quando arriverà il resto della mia scorta, insieme al Generale Leonenko, al Consigliere Albedo e alla sua assistente, terrò un Consiglio Straordinario per fare il punto della situazione. Siete invitato anche voi, Duca. Vi mostrerò le mappe della Nuova Terra e la strategia che seguiremo in questa prima operazione. Sarà molto istruttivo per tutti. 
Poi ci ritireremo per l'ultimo riposo prima del Grande Balzo>>