lunedì 9 maggio 2016

Crepuscolo (poesia)






Il tramonto sanguinava lento poco fa,
ora sfumano i contorni nel cobalto,
nell’oltremare concavo, nell’indaco,
nei passi freddi delle tenebre, e in alto
occhieggiano gli arcani irraggiungibili.
Meglio infine svanire così. Si spegnerà
la luce e poi più nulla, buio tutto,
come adesso, in una notte tacita,
dopo un giorno elettrico. Non resterà
una traccia dei desideri oggi appagati
alla rincorsa di non ricordo più che cosa.
E già le tenebre ci avvolgono: obliato
ora nel sonno, tutto l'assenzio del mondo
nell'aroma soave del laudano s’addolcirà.


di Riccardo Querciagrossa


2 commenti:

  1. Anche se non me ne intenndo, una poesia dedicata al crepuscolo creo sia un must per qualunque poeta (o pittore)!^^
    Ed il motivo è anche facilmente comprensibile, tante volte i tramonti sono qualcosa di veramente spetacolare!
    Anche se la tua poesia è mi sembra più rivolta all'inizio della notte che al tramonto, suona molto tranquilla anche se con una punta di tristezza... Come se la notte fosse qualcosa che porti via dalle preoccupazioni del giorno attraverso il sonno.
    Io in realtà la notte l'ho sempre percepita come qualcosa di molto più magico e misterioso (soprattutto per via delle stelle e della luna), però è un'interessante punto di vista il tuo.
    Mi è piaciuta molto questa poesia, insolita ma anche classica. :)

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    1. Eh eh, sì, è assolutamente un must!^^ ;-)))
      Il crepuscolo è la fase successiva al tramonto e quindi l'attenzione è maggiormente rivolta alla trasformazione dei colori dal rosso sangue al blu notte.
      La prima parte è tutta concentrata sui colori e la contemplazione della loro bellezza.
      Poi c'è una frase che dà adito ad una serie di interpretazioni non letterali.
      "Meglio infine svanire così".
      Uno la può leggere nel senso foscoliano di "Alla sera", in cui appunto la sera e la notte portano via le preoccupazioni del giorno e donano riposo e ristoro.
      In questo caso è giusto il riferimento all'altra possibile lettura della notte, e cioè quella del regno della magia e del mistero, che piace molto anche a me e trova la sua massima espressione negli "Inni alla notte" di Novalis, che sono meravigliosi, ma anche in tanti quadri romantici come quelli di Friedrich, oppure nelle sonate per pianoforte di Chopin o di Debussy.
      Non dimentichiamo anche il "Sogno di una notte di mezza estate" del buon Shakespeare.
      Qui però c'è un terzo livello di interpretazione, secondo cui, il messaggio nascosto di questa poesia, è nel paragone della giornata con la vita (una vita anche appagante e soddisfacente) e della notte con la morte, che io mi auguro essere qualcosa che non precluda a nessun tipo di aldilà o reincarnazione. Cioè finisce lì.
      "Più nulla". Se avessi la certezza che dopo la morte non c'è assolutamente niente, come mi auguro, sarei molto più tranquillo. E anche questo è un tema shakespeariano, perché nell'Amleto la paura del "dopo" si manifesta nella sequenza: "morire, dormire, sognare", ma allora il sogno è comunque qualcosa che ci può far stare o bene o male, in genere prevale la seconda. La paura di Amleto, riguardo a ciò che ci potrebbe essere dopo la morte è resa con l'immagine del dormire sognando una sorta di incubo. Va be', qui siamo ai vertici della letteratura di tutti i tempi e quindi io non oso neppure lontanamente accostarmi a questi giganti, ma la tematica è simile.
      Nell'ultima parte invece prevale l'idea della dolcezza del riposo, con un sogno fantasioso, come quello che deriverebbe dalla pratica ottocentesca delle gocce di laudano nel bicchiere di assenzio, che ha ispirato molte visioni dei poeti simbolisti francesi, e non solo ;-)
      Sono contento che ti sia piaciuta!!!
      Grazie mille!!! *_*

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