sabato 3 dicembre 2016

Albero genealogico della famiglia Borromeo


In Particolare possiamo notare il ramo dei Conti Borromeo Arese Taverna.
Carlo Borromeo Arese Taverna ha avuto quattro figlie e un figlio. La figlia Lavinia è sposata con John Elkann (rampollo della famiglia Agnelli) mentre la figlia Beatrice, avuta dall'unione con Paola Marzotto, figlia di Umberto e Marta Marzotto, è sposata con Pierre Casiraghi Grimaldi, figlio di Carolina di Monaco, sorella del Principe Albero di Monaco, della dinastia Grimaldi, e del defunto Stefano Casiraghi, appartenente alla nota famiglia imprenditoriale lombarda.

Nella foto qui sotto:

Carlo Borromeo, Lapo Elkann, Lavinia Borromeo, John Elkann, Isabella Borromeo, il Conte Borromeo Arese Taverna e Matilde Borromeo

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Beatrice Borromeo, Pierre Casiraghi, John Elkann e Lavinia Borromeo

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Borromeo sono un'importante famiglia della nobiltà milanese, ancora oggi fiorente e numerosa, che per secoli ebbe forte influenza sulla città e sulle zone del lago Maggiore (il cosiddetto "Stato Borromeo"); tra i membri più noti della casata si possono ricordare san Carlo Borromeo e il cardinale Federico Borromeo, immortalato dal Manzoni ne I Promessi Sposi.


Le sorelle Borromeo

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Origini e storia

Le notizie relative alla famiglia risalgono alla fine del XIII secolo. Originari dei dintorni di Roma, si trasferirono a San Miniato al Tedesco (nell'attuale provincia di Pisa), dove presero il nome di 'Buon Romei', come erano chiamati tutti coloro che provenivano dalla Città, nonostante non fossero pellegrini. La fortuna economica arride subito alla famiglia e, grazie a un'accorta politica matrimoniale (Filippo Buonromei sposò infatti Talda, sorella di Beatrice di Tenda, moglie di Facino Cane e, in seguito, di Filippo Maria Visconti) si conquistarono l'appoggio della potente famiglia viscontea. A causa delle lotte tra Firenze e i presidi ghibellini in Toscana, intorno agli anni '60-'70 del Trecento, i Borromeo si trasferirono a Milano e a Padova, per gestire l'attività economica prevalente, quella di banchieri. A Padova si celebrano le nozze tra Margherita Borromeo e Giacomo Vitaliani, ricco esponente della famiglia Vitaliani che vantava, benché senza prove storicamente accettabili, la discendenza da Santa Giustina di Padova, la santa martirizzata sotto Diocleziano nel 303. Alla morte di Giacomo, che aveva sperperato il patrimonio di famiglia, il figlio Vitaliano Vitaliani sarà adottato dallo zio materno, Giovanni Borromeo, privo di figli, con l'obbligo di assumerne il cognome. Vitaliano divenne così il capostipite della famosa famiglia milanese, con il nome di Vitaliano I.[8]

Lo "Stato Borromeo" [9]

L'insieme delle terre appartenute al re dei Longobardi Desiderio, indi all'imperatore Federico Barbarossa,[3][10] situate intorno al lago Maggiore, costituirono, tra il XIV e XV secolo, lo "Stato Borromeo", vasto più di mille chilometri quadrati, con Arona ed Angera sedi del conte e marchese. Era ripartito in dieci podesterieMergozzoOmegnaVogognaVal VigezzoCannobioIntraLavenoLesaAngera e Arona. Il podestà di Arona era il delegato comitale anche per le funzioni giurisdizionali, dato che le proprietà borromaiche non dipendevano dalla giustizia ordinaria di Novara e di Milano. Il territorio, che era stato affidato in comodato dal Barbarossa e poi da Federico II a feudatari locali,[11][12] era scarsamente popolato, ma permetteva da parte del signore il controllo della navigazione lacustre e l'introito daziario che veniva incamerato ad Arona. Collocato al limite nord-occidentale del ducato di Milano e confinante con la Svizzera, conquistò un determinante ruolo strategico per il gran numero di siti fortificati, la disponibilità di un esercito locale, il sostegno dell'aristocrazia del posto. Il vasto feudo ebbe una lunga vita e solo l'occupazione napoleonica nel 1797 riuscì a smantellarlo. I Borromeo, però, conservarono il patrimonio immobiliare.[13]

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Coat of arms of the House of Borromeo.svg

La fortuna dei Borromeo

Vitaliano continuò i commerci dello zio aprendo due nuove filiali della banca a Burgos e a Barcellona e nel 1416 acquistò la cittadinanza milanese venendo creato nel 1418 tesoriere del ducato di Milano.
Vitaliano I Borromeo inoltre nel 1432, fortificò il suo palazzo fuori città (l'attuale castello di Peschiera Borromeo) e tra il 1439 e il 1440, gli furono concessi dal duca di MilanoFilippo Maria Visconti vari feudi, tra cui quello di Arona sul lago Maggiore, sul quale, nel 1445, gli venne concesso il titolo di conte. Si guadagnò poi anche il favore di Francesco Sforza, che gli donò altri feudi tra cui quello di Angera nel 1449.
Da Vitaliano I discesero altri grandi personaggi della famiglia.
Giovanni I "Il Giusto" (1439-1495), fu vincitore a Crevoladossola di Svizzeri e Vallesani nella battaglia presso il ponte di Crevola il 28 aprile 1487.
Si ricordano poi i tre figli di Giovanni I: Lancillotto Borromeo (m. 1513), senatore di Luigi XII di Francia, e Ludovico I (m. 1527), che nel castello della Vitaliana, da lui realizzato, resistette all'assalto degli Sforza, e Giberto I, anche lui altro dignitario del re francese.
Dei figli di Ludovico, Camillo I Borromeo (m. 1549), fu governatore di Como e poi di Pavia.
Dei figli di Camillo I Borromeo, Giovanni Battista I Borromeo fu signore di Cannobio e sposò Giulia Sanseverino.
Figli di Federico I furono: Giberto II Borromeo (m. 1558), governatore del Lago Maggiore, e Giulio Cesare I (1517-1572).
Di Giberto II furono figli san Carlo Borromeo e Federico II Borromeo (m. 1562).
Dei figli di Giulio Cesare I, vi furono Renato I Borromeo (m. 1608), e il cardinale Federigo Borromeo (Federigo III), uomo di chiesa di manzoniana memoria che resse le sorti di Milano e ne improntò la vita politica e culturale, ribadendo l'opera del cugino Carlo.
Tra i figli di Renato I ed Ersilia Farnese vi furono Giulio Cesare II Borromeo (m. 1638), valido uomo di guerra, e Carlo III Borromeo (1586-1652), che fu il primo ideatore dei lavori di trasformazione dell'Isola Bella sul Lago Maggiore.
Tra i figli di Giulio Cesare II, da ricordare il cardinale Federico IV Borromeo (1617-1673).
Gli eredi di Carlo III furono il cardinale Giberto Borromeo (Giberto III Borromeo, 1615-1672), Renato II Borromeo (m. 1685), marito di Giulia Arese (da cui il duplice cognome Borromeo-Arese), e Vitaliano VI Borromeo (m. 1690), quest'ultimo artefice delle maggiori trasformazioni dell'Isola Bella.
Tra i figli di Renato II e Giulia Arese vi furono Carlo IV Borromeo (o Borromeo-Arese) (m. 1734), che divenne viceré di Napoli, e sposò due parenti di pontefici; poi Giberto IV Borromeo (1671-1740), cardinale e vescovo-conte di Novara.
Tra i figli di Carlo IV vi furono Giovanni Benedetto Borromeo (m. 1744), marito di Clelia Grillo, Federico VI (m. 1779).
Tra i figli di Giovanni Benedetto si ricordano Renato III (m. 1788), Francesco IV (m. 1775) ed il cardinale Vitaliano Borromeo (1720-1793.
Tra i figli di Renato III vi furono Giberto V (m. 1837), ultimo feudatario con la moglie Contessa Cusani, dopo l'occupazione francese.
Tra i figli di Giberto V, vi furono il cardinale Renato V, Vitaliano VIII (m. 1874), letterato e uomo di cultura, e noto anche per le sue attività patriottiche. A quest'ultimo Borromeo si devono altre innovazioni nel palazzo dell'Isola Bella.
Tra i figli di Vitaliano VIII vi furono il cardinale Edoardo Borromeo, Giberto VI Borromeo (m. 1844), Guido Borromeo (1818-1890), senatore del Regno d'Italia, Emilio Borromeo.
Giberto VII (1859-1941), la cui consorte era Rosanna Leonardi, ricevette la nomina di primo principe di Angera dal re Vittorio Emanuele III con Regio Decreto motu proprio del 21-12-1916 e Regie Patenti (1-03-1917).
Nei tempi odierni la famiglia era rappresentata da Giberto Borromeo Arese, deceduto il 16 febbraio 2015. A succedergli è il primogenito Vitaliano Borromeo Arese.[14][15].

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Conti di Arona, conti e marchesi di Angera (1445-1797)[16]

TitoloNomeDalAlConsorte e note
1ConteVitaliano I Borromeo26 maggio 14451449Ambrosina Fagnani;
primo conte di Arona
2ConteFilippo I14491464Franceschina Visconti;
fu anche conte di Peschiera
3ConteVitaliano II14641493Bianca di Saluzzo
4ConteGiovanni I14931494Maria Cleofe Pio di Carpi;
fu pure conte di Angera
5ConteGiberto I14941508Maddalena, figlia di Fritz di Brandeburgo
6ConteFederico I15081529Veronica Visconti
7ConteGiberto II15291558Margherita Medici-Marignano,
Taddea dal Verme, Aurelia Vistarini
8ConteFederico II15581562Virginia Montefeltro della Rovere
9ConteGiulio Cesare I15621572Margherita Trivulzio
10ConteRenato I15721608Ersilia Farnese
11ConteGiovanni II16081613non sposato
12MarcheseFederico il cardinale16231631marchese di Angera,
ex Filippo IV di Spagna
13Conte
Marchese
Giulio Cesare II1613
1631
1638
1638
Giovanna Cesi
14Conte
Marchese
Carlo16381652Isabella d'Adda
15Conte
Marchese
Renato II16521685Giulia Arese
16Conte
Marchese
Vitaliano III16851690fratello del precedente
17Conte
Marchese
Carlo Borromeo Arese16901734Giovanna Odescalchi, Camilla Barberini; figlio di Renato II assunse per primo il cognome di Borromeo Arese
18Conte
Marchese
Giovanni Benedetto17341744Clelia del Grillo
19Conte
Marchese
Renato III17441778Marianna Odescalchi
20Conte
Marchese
Giberto (V)17781797Maria Elisabetta Cusani;
da non confondere con altri omonimi della famiglia, titolati non feudatari; fu l'ultimo conte e marchese sovrano, morì nel 1837

Conti titolari di Arona, principi e marchesi titolari di Angera (1797-oggi)

TitoloNomeDalAlConsorte e note
20Conte
Marchese
Giberto (V)17971837Maria Elisabetta Cusani
21Conte
Marchese
Vitaliano (VIII)18371874Maria d'Adda
22Conte
Marchese
Giberto (VI)18741885Livia Litta Arese Visconti, in seconde nozze si risposò con Laura Durazzo Grimaldi
23Conte
Marchese
Guido Borromeo18851891-
fratello del precedente
24Conte
Marchese
Emanuele Borromeo18911906-
fratello del precedente
25Conte
Marchese
Emilio Borromeo19061909Elisabetta Borromeo Arese
fratello del precedente
26Conte
Marchese
Principe
Giberto (VII) Borromeo19091941Rosanna Leonardi. Venne creato principe di Angera da Vittorio Emanuele III con R.D. motu proprio del 21 dicembre 1916 e RR. PP. del 1º marzo 1917.
27Conte
Marchese
Principe
Vitaliano (IX) Borromeo19411982Ida Taverna
28Conte
Marchese
Principe
Giberto (VIII) Borromeo19822015Bona Enrica Orlando
29Conte
Marchese
Principe
Vitaliano (X) Borromeo2015oggiMarina Munafò

Ville e palazzi dei Borromeo

Le tombe dei Borromeo si trovano a Milano, a Oreno e nell'Isola Bella.

Altri monumenti relativi alla famiglia


Qui sono riprodotte le linee maschili dell'albero genealogico della famiglia Borromeo.
Giovanni[17]
*? †?
Valerio
*? †?
Sigifredo
*? †post 1084
Antonio[18]
*? †?
Palamede[19]
*? †?
Valerio[20]
*? †?
Nicolò[21]
*? †1123/24?
Vitaliano[19]
*? †post 1175
Gaboardo
*? †?
Gherardo[19]
*? †post 1142
Vitaliano[22]
*? †post 1190
Pietro[19]
*? †post 1161
Matteo
*? †post 1180
altri 7 figli
Vitaliano[23]
*? †?
Giacobino
*? †?
Matteo[24]
*? †?
Bartolomeo[25]
*? †?
Giovanni
*? †1239
Giulio[26]
*? †post 1239
Giovanni[19]
*? †post 1256
Giacobino
*? †post 1275
Vitaliano
*? †post 1253
Pietro
post 1258
Gaboardo
post 1270
Gherardo[27]
*1239 †1280
Palamede
*? †?
Vitaliano[28]
*? †post 1275
Gherardo
*? †post 1278
Gherardo
*? †post 1280
Pietro[19]
*? †post 1312
Giacobino[29]
*? †?
Nicolò
post 1297
Francesco
*? †?
Giovanni[30]
*? †?
Geronimo[19]
*? †post 1360
Ruggero
*? †?
Francesco[31]
*? †post 1398
Giacomo[32]
*? †1409
Vitaliano I
*1390 †1449
Giacomo
*? †1453
Filippo
*1419 †1469
Vitaliano
*1451 †1493
Giovanni
*? †1495
Francesco[33]
*1462 †?
Giberto
*1463 †1527
Ludovico
*1468 †1527
Filippo
*? †1508
Lancillotto
*1473 †1513
Galeazzo
*1476 †1511
Federico
*1492 †1529
Carlo
*? †1537
Luigi
*ante 1502 †1518
Camillo
*? †1599
Vitaliano
*? †?
Guido
*1502 †?
Giulio Cesare
*? †1523
Giovanni
*? †1536
Giberto
*1511 †1558
Francesco[34]
*? †1582
Giulio Cesare
*1517 †1572
Gian Battista
*? †1577
Luigi
*? †?
Luigi
*? †?
Filippo Dionogi
*1519 †post 1562
Federico[35]
*1535 †1562
Carlo
*1538 †1584
Renato I
*1555 †1608
Federico
*1564 †1631
Vitaliano
*? †?
Prospero
*? †ante 1591
Giovanni
*? †1613
Carlo III
*1586 †1652
Giulio Cesare
*1590 †1638
Giberto III
*1615 †1672
Vitaliano VI
*1620 †1690
Renato II
*1636 †1704
Giovanni
*? †1660
Federico
*1617 †1673
Monaci
teatini
[36]
Antonio Renato
*1632 †1686
Paolo Emilio
*1633 †1690
Giustino
*1638 †ante1640
Carlo
*1657 †1734
Giberto[37]
*1671 †1740
Giovanni Benedetto
*1684 †1777
Federico
*1703 †1779
Antonio
*? †1715
Renato III
*1710 †1778
Francesco
*1713 †1775
Giuseppe
*1714 †1715
Vitaliano
*1720 †1793
Giberto V[38]
*1751 †1837
Giovanni
*1743 †1820
Antonio
*1747 †1789
Vitaliano VIII
*1791 †1874
Renato
*1798 †1875
Federico
*1805 †1882
Cesare
*1807 †1832
Carlo
*1787 †1866
Giberto
*1815 †1885
Guido
*1818 †1890
Emanuele
*1821 †1906
Edoardo
*1822 †1891
Emilio
*1829 †1909
Antonio
*1826 †1842
Carlo
*1828 †1889
Enrico
*1829 †1890
Vitaliano
*1834 †1886
Federico
*? †1896
Giberto
*1859 †1941
Guido
*1862 †1942
Febo[39]
*1871 †1945
Giancarlo
*1880 †1965
Giorgio
*1889 †1949
Carlo
*1861 †1889
Gerolamo
*1866 †1937
Costanzo[40]
*1868 †1917
Vitaliano[41]
*1892 †1982
Renato[42]
*1900 †1970
Carlo
*1902 †1965
Carlo
*1907 †1979
Emanuele
*1914 †1938
Pietro
*1907 †1970
Giovanni
*1911 †2002
Adalberto
*1921
P. Vitaliano
*1906 †1993
Giulio
*1917 †1961
Giberto
*1932 †2015
Carlo
*1935 †2015
Febo
*1936
Federico[43]
*1939
due figli[44]
Agostino[45]
*1944
Alessandro
*1948
Benedetto
*1950
Federico[46]
*1953
Vitaliano
*1964
Vitaliano
*1979
Federico
*1987
Car. Federico
*1976
Federico
*1987
Guido Carlo
*1969
Prando
*1972
Francesco
*1997
Giacomo
*1978
Giovanni
*1988
Vitaliano
*1979
Ludovico
*1983

Cardinali Borromeo

Simboli araldici dei Borromeo

Lo stemma dei Borromeo è assai complesso, per la riunione in esso di molti simboli.
Il più noto è il motto Humilitas, che stava a sottolineare la pietà e la religiosità della famiglia di san Carlo e di Federigo Borromeo, clan molto legato alla Controriforma e spesso imparentato con vari pontefici. Questa scritta, in caratteri gotici rigidamente verticali, sottintende l'umiltà dinanzi a Dio e alle virtù.
Altro simbolo ricorrente è il dromedario prostrato, sul cui dorso si erge un cimiero piumato. Questo fu uno dei primi emblemi di famiglia, introdotto da Vitaliano I in ricordo ed in omaggio dello zio materno Giovanni Borromeo: rappresenta infatti la pazienza e la devozione.
Il Liocorno era legato alla forza politica della famiglia: esso era il segno del grande valore di Vitaliano I, quale gli era stato riconosciuto da Filippo Maria Visconti: infatti esso spesso si rivolge verso il Biscione visconteo.
Il morso rappresenta una forza data dalla fermezza, in grado di bloccare la violenza brutale: esso venne introdotto in memoria della forza militare mostrata da Giovanni I Borromeo che, nel 1487, fermò Svizzeri e i Vallesani al ponte di Crevola presso Domodossola (battaglia di Crevola).
Il cedro rappresenta, infine, la bellezza e la particolarità della flora che cresce rigogliosa nei possedimenti dei Borromeo.
Il simbolo formato da tre cerchi, interconnessi in maniera tale che, spezzando uno dei tre, anche gli altri due si separano, è utilizzato dai fisici nucleari nel contesto dei nuclei esotici per indicare quei sistemi legati, come l'elio-6 o il litio-11, formati da tre sottosistemi i quali, presi a due a due, non formerebbero un legame stabile. Questo tipo di nuclei vengono detti Borromeani.[47]

Note

  1. ^ Inquartato, fiancheggiato in arco di cerchio, col capo e la campagna: nel 1º di rosso alla corona antica d'oro, posta in sbarra; nel 2º d'argento a due trecce d'oro, poste in sbarra, annodate di rosso in decusse; nel 3º d'azzurro a tre anelli intrecciati d'oro gemmati di rosso male ordinati; nel 4º di rosso al freno d'argento posto in banda.
    Il fiancheggiato di rosso: sul fianco destro seminato di fiammelle d'oro al liocorno d'argento, accollato di una corona antica d'oro annodata con una sciarpa d'argento svolazzante, spaventato da un medaglione ovale d'argento, raggiante d'oro, orizzontale a destra, caricato da un biscione d'azzurro ingollante un putto di carnagione; il fianco sinistro caricato di un dromedario giacente in un canestro sostenente sulla gobba una corona antica il tutto d'oro, sormontata da sette penne di struzzo alternate d'azzurro e d'argento.
    Il tutto sinistrato e spaccato: superiormente d'oro all'aquila di nero coronata d'oro, inferiormente d'argento al volo abbassato di nero.
    Il capo e la campagna d'argento, caricato il primo del motto humylitas in carattere gotico minuscolo di nero, sormontato da una corona fioronata d'oro; e la seconda da un cedro d'oro, gambuto e fogliato di verde, posto in fascia.
    Sul tutto partito: nel 1º bandato d'azzurro innestato d'argento e di verde; nel 2º fasciato di rosso e di verde, alla cotissa in banda d'argento attraversante.
    Vedi: Centro Studi Araldici, Stemmario Italiano: Borromeo, su stemmario.it.
  2. ^ (1561-1566). Donazione del territorio da parte del duca di Savoia a Federico Borromeo; più tardi san Carlo cedette il feudo al parente Federico Ferrero.
  3. ^ a b Canetta, p. 36
  4. ^ http://centrocasalis.it/scheda/romagnano-sesi
  5. ^ contea di Arona, ex Filippo Maria Visconti
  6. ^ I feudi furono occupati dalle truppe napoleoniche
  7. ^ Ferri Edgarda, La dinastia dei Borromeo Potere e generosit…, su corriere.it(archiviato dall'url originale il ).
  8. ^ Galli-Monferrini, pp. 18-19
  9. ^ Annoni, pp. 27-101
  10. ^ Grassi-Manni, p. 58
  11. ^ Le Isole Borromee, p. 152
  12. ^ Pisoni, p. 35
  13. ^ Canetta, pp. 35-37
  14. ^ L’addio al principe Giberto con le camelie delle sue isole, su LaStampa.it, 19 febbraio 2015.
  15. ^ Muore Giberto Borromeo Arese, proprietario della Rocca di Angera, su VareseNews.
  16. ^ Canetta, p. 10 (scheda indipendente inserita)
  17. ^ Detto "il Prodigo", ricco nobiluomo della famiglia dei Vitaliani, visse a Padova
  18. ^ Signore di Gambara
  19. ^ a b c d e f g Signore di BoscoBojone e Sant'Angelo
  20. ^ Vendette il feudo di Gambara alla Repubblica di Venezia e divenne Patrizio Veneto. Probabilmente fu l'antenato del ramo veneziano dei Vitaliani, estinto nel XIII secolo
  21. ^ Oppure Gaboardo
  22. ^ Parentela incerta
  23. ^ Signore di BoscoBojone e Sant'Angelo. Console di Genova (1218)
  24. ^ Signore di BoscoBojone e Sant'Angelo. Provveditore di Padova (1236)
  25. ^ Fuggito a Napoli dopo il 1239. Da lui ha inizio il ramo di Napoli. Estinto.
  26. ^ Fuggito in Polonia
  27. ^ Signore di BoscoBojone e Sant'Angelo. Consigliere Maggiore di Padova
  28. ^ Giudice Collegiato di Padova
  29. ^ Il suo ramo visse a Padova. Estinto nel 1819
  30. ^ Giudice e podestà di Bassano (1302)
  31. ^ Presumibile che la sua discendenza diede vita al ramo dei Vitaliani di Bologna. Estinto nel XV secolo
  32. ^ Oppure Giacobino. Creato cavaliere dal signore di Ferrara (1352), ambasciatore di Padova presso Venezia (1360). Sposa Margherita Borromeo di San Miniato, figlia di Filippo Borromeo di San Miniato
  33. ^ Un altro fratello morto infante, Giovanni Giacomo, nato nel 1461
  34. ^ Un figlio: Giovanni (*? †1602)
  35. ^ Un altro fratello: Vitaliano (*1537 †1542)
  36. ^ Andrea (†1693), Carlo Maria (†1650), Federico (†post 1674/78), Massimo (*1630 †1705)
  37. ^ Altri due fratelli, morti in fasce: Renato (†1673), Giulio Federico (†1675)
  38. ^ Un altro fratello morto infante: Carlo (*1748 †1749)
  39. ^ Un altro fratello morto infante: Febo (*1862 †1863). Acquisisce il cognome "Borromeo d'Adda" il 17 aprile 1913
  40. ^ Un altro fratello morto infante: Giulio (*1874 †1880)
  41. ^ Altri due fratelli: Federico (*1902 †1973), Vittorio Emanuele (*1905 †1978)
  42. ^ Un altro fratello morto infante: Giovanni Benedetto (*1896 †1896)
  43. ^ Un altro fratello: Giovanni Andrea (*1941 †1978)
  44. ^ Gian Carlo (*1958), Marcello (*1959)
  45. ^ Altri 3 fratelli: Francesco (*1938), Filippo (*1940), Gian Alfonso (*1946)
  46. ^ Un altro fratello: Gianfranco (*1954)
  47. ^ Pisoni, pp. 20-23

Bibliografia

  • AA. VV., La Milano dei Borromei, pp. 8–12, Selecta, Pavia 2002.
  • AA. VV., Le Isole Borromee e la Rocca di Angera, pp. 152–157, Silvana, Milano 2011.
  • Ada Annoni, Lo Stato Borromeo, in L'Alto Milanese all'epoca di Carlo e Federico Borromeo. Società e territorio, pp. 27–101, La Tecnografica, Varese 1988.
  • Giuseppe BenaglioLa verità smascherata. Dignità e venture di 398 famiglie nobili lombarde, piemontesi, ticinesi e d'altre terre e città d'Italia nei ranghi del patriziato milanese tra XIV e XVIII secolo secondo il manoscritto del 1716-19, Germignaga, Magazzeno Storico Verbanese, 2009, pp. 61–62.
  • Pietro Canetta, La famiglia Borromeo, Tamburini, Milano 1937.
  • Giorgio Chittolini, Giovanni Borromeo, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 13, Treccani, Roma 1971.
  • Anna Elena Galli-Sergio Monferrini, I Borromeo d'Angera, Scalpendi, Milano 2012.
  • Vittorio Grassi-Carlo Manni, Il Vergante, Alberti, Verbania 1990.
  • Pier Giacomo PisoniLiber tabuli Vitaliani Bonromei (1426-1430), Alberti, Verbania 1995.

Voci correlate


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La contessa Marta Marzotto con la nipote Beatrice Borromeo, figlia di sua figlia Paola

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Il matrimonio di Pierre Casiraghi Grimaldi e Beatrice Borromeo Arese Taverna

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Beatrice Borromeo Arese Taverna (San Candido18 agosto 1985) è un'ex modellagiornalista e conduttrice televisiva italiana.

Biografia

Beatrice Borromeo è figlia di Carlo Ferdinando Borromeo e di Paola Marzotto[2]. È dunque nipote di Marta Marzotto e di Umberto Marzotto, sorella minore di Carlo Ludovico (designer e marito della stilista Marta Ferri) e sorellastra di Isabella (moglie di Ugo Maria Brachetti Peretti, proprietario della API), di Lavinia (moglie del Presidente della FIAT John Elkann fratello di Lapo Elkann, celebre nelle cronache mondane), e di Matilde (moglie del principe Antonius von Fürstenberg); è nipote di Matteo Marzotto, ex presidente della casa di moda Valentino. Dall'estate del 2015 è sposata con Pierre Casiraghi, figlio ultimogenito della principessa Carolina Di Monaco. Attualmente è in attesa del primo figlio la cui nascita è prevista per il 2017.

Studi e formazione

Dopo il diploma in maturità classica al liceo Berchet di Milano, nel 2010 consegue la laurea triennale in Giurisprudenza all'Università Bocconi, con una tesi sulle ipotesi per ridurre i tempi dei processi in Italia (relatore: Prof. Lorenzo Cuocolo); prosegue la sua formazione conseguendo un Master in giornalismo e politica internazionale alla Columbia University di New York nel 2011[3].

La carriera di modella

Comincia a sfilare quasi per gioco nel 2000: dato che la fermavano per proporle di sfilare agenzie sconosciute, sua madre, preoccupata, chiamò un amico di cui si fidava e con cui aveva lavorato, Piero Piazzi dell'agenzia "Paolo Tomei", che la prese sotto contratto. A quindici anni sfila per la prima volta per Chanel, a Piazza di Spagna. Nella sua carriera da indossatrice è rappresentata dall'agenzia Women management e ha sfilato per molte case di moda, tra cui ValentinoChanelTrussardiAlberta Ferretti e Ermanno Scervino. Diventa inoltre testimonial di alcuni marchi, tra cui Blumarine, di cui rappresenta il volto della maison per molte stagioni.

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Giornalismo e partecipazioni televisive

Dopo un primo rifiuto a Fabio Fazio per partecipare a Che tempo che fa, diventa nota al grande pubblico per la sua partecipazione al programma Annozero di Michele Santoro, dove ha condotto la rubrica Generazione Zero dal 2006 al 2008, e per le cronache mondane legate alla sua famiglia e al marito Pierre Casiraghi, appartenente alla casata monegasca. Terminato il rapporto con AnnoZero nel 2009, la Borromeo collabora brevemente con l'emittente radiofonica Radio 105 Network per la trasmissione 105 Friends, intervenendo in studio una volta a settimana. Nello stesso anno intervista Roberto Saviano per la rivista inglese Above co-diretta da Charlotte Casiraghi, sorella di Pierre Casiraghi. Poco dopo intervista Marcello Dell'Utri che, in quell'occasione, ammette di essersi candidato "per non finire in galera"[4].
Collabora col settimanale Newsweek e con il Daily Beast con cui ha anche prodotto il documentario Mamma Mafia sulle donne della 'Ndrangheta calabrese nel 2013. Fa parte della redazione de Il Fatto Quotidiano dalla nascita del giornale, nel 2009, dove si occupa principalmente di economia[5]. Tra i vari contributi, cura per questo quotidiano Sex and teens, un'inchiesta a puntate dedicata al sesso fra adolescenti. Ha scritto con Vauro Senesi e Marco Travaglio il libro Italia AnnoZero e sta curando l'edizione di Delitto Senza Castigo - La vera storia di Vittorio Emanuele.
Nel marzo 2015 Sky TG 24 trasmette il documentario in due parti da lei curato nel 2013 per Newsweek e Daily Beast, che approfondisce il ruolo delle donne nella 'Ndrangheta, intitolato Lady 'Ndrangheta[6].

Note

  1. ^ a b c d e f g h Scheda di Beatrice Borromeo, su Fashionmodeldirectory
  2. ^ Andrea Borella "Annuario della Nobiltà Italiana" Edizione XXXI Teglio (SO) 2010 S.A.G.I. Casa Editrice vol. 1 pag. 783-785
  3. ^ Arrivederci, ilfattoquotidiano.it, 5 giugno 2011. URL consultato il 2 agosto 2015.
  4. ^ Marcello Dell’Utri: Io senatore, per non finire in galera, ilfattoquotidiano.it, 10 febbraio 2014. URL consultato il 2 agosto 2015.
  5. ^ Beatrice Borromeo, ilfattoquotidiano.it. URL consultato il 2 agosto 2015.
  6. ^ "Lady 'Ndrangheta", viaggio tra le madrine calabresi, tg24.sky.it, 6 marzo 2015. URL consultato il 2 agosto 2015.

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