venerdì 3 febbraio 2017

Perché i nobili hanno molti cognomi

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Nell'immaginario collettivo, il prototipo del cognome dei nobili è e rimarrà sempre quello della contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare, reso immortale da Il secondo, tragico Fantozzi, forse il film più memorabile di Paolo Villaggio (è anche quello, per intenderci, della Corazzata Potionkin).
Per quanto possa sembrare comico il cognome della maldestra contessa fantozziana, non si discosta poi tanto dalla realtà.
Pensiamo ai cognomi di aristocratici noti e scegliamone uno che può essere esemplare: la contessina Beatrice Borromeo Arese Taverna Casiraghi Grimaldi.

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Innanzi tutto bisogna separare i cognomi di nascita da quelli del marito, Pierre Casiraghi Grimaldi, il quale porta sia il cognome del padre, Stefano Casiraghi, sia quello, ben più nobile, della madre, la principessa Carolina Grimaldi di Monaco e Hannover.
E' infatti di uso comune, nel caso la madre abbia un cognome aristocratico, di aggiungere il cognome materno a quello paterno.
Ma torniamo a Beatrice Borromeo Arese Taverna.
Per quanto nata al di fuori del matrimonio, da una relazione tra Paola Marzotto e Carlo Ferdinando Borromeo Arese Taverna, Beatrice è stata riconosciuta e legittimata dal padre, ed essendo nobile anche per parte di madre, anch'ella figlia di un conte, si è ritenuto opportuno, negli articoli di cronaca mondana, attribuirle il titolo di "contessina", che spetta di diritto alle figlie di un conte.
Il suo cognome più importante e principale è naturalmente Borromeo.
La famiglia Borromeo è di antica ed elevata nobiltà. vantando tra l'altro anche numerosi cardinali e un santo, tra i suoi esponenti più noti.
Il cognome Arese si è aggiunto nel Seicento, quando Renato Borromeo sposò Giulia Arese.
In questo caso il figlio di Renato e Giulia, Carlo Borromeo Arese, ereditò anche il cognome della madre, poiché la discendenza maschile degli Arese stava per estinguersi, e dunque, come spesso accadeva per evitare la scomparsa di un cognome nobile, era consuetudine renderlo trasmissibile anche per via femminile.
Quest'ultima ragione, e cioè la trasmissione del cognome nobile della madre nel caso ella sia l'ultima erede di tale cognome, è la principale ragione dell'accumularsi dei cognomi aristocratici.
C'è però un'altra ragione che tende ad allungare notevolmente il cognome dei nobili e cioè la presenza della località di cui questi aristocratici sono feudatari.
Luca Cordero di Montezemolo è così chiamato in quanto discendente dei Marchesi di Montezemolo.
Carlo Ripa di Meana è un caso analogo.
Altri esempi sono Marella Caracciolo di Castagneto, vedova di Gianni Agnelli, il quale a sua volta era figlio di Virginia Bourbon del Monte di San Faustino.
Un caso ancor più complesso fu quello della prima moglie di Umberto Agnelli, e cioè Antonella Bechi Piaggio Visconti di Modrone, la quale era nata Bechi, adottata da un Piaggio (quelli dei motorini) e sposata in seconde nozze a un Visconti di Modrone.
Ma il caso più eclatante in assoluto è stato quello dell'indimenticabile ed eccentica Doña María del Rosario Cayetana Alfonsa Victoria Eugenia Francisca Fitz-James Stuart de Tormes y de Silva Falcó Gurtubay, diciottesima Duchessa d'Alba, Grande di Spagna (Madrid, 28 marzo 1926 – Siviglia, 20 novembre 2014).


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