domenica 4 febbraio 2018

Gli antichi Prussiani, la popolazione baltica pagana che fu sottomessa dall'Ordine Teutonico



Pruzzi o Prussiani erano una popolazione di origine baltica, originariamente insediata tra i fiumi Nemunas e Minge. Da loro la Prussia derivò il proprio nome. La zona d'insediamento dei Pruzzi si estendeva, ad est e verso sud-ovest, anche oltre i confini storici della Prussia. Nelle zone più centrali del loro insediamento i ritrovamenti archeologici provano una presenza ininterrotta di questa popolazione dalla fine del neolitico sino al medioevo. L'espansione verso la zona della Vistola ebbe luogo nel VII secolo, quando la presenza di coloni germanici era ancora molto sparuta. Dopo essere stati sottomessi dall'Ordine teutonico, vennero via via assimilati da popolazioni immigrate d'origine tedesca o polacca. La loro lingua, il prussiano si estinse attorno al XVII - XVIII secolo, ed è scarsamente documentata. Toponimi di origine prussiana sono Barta, Chełmno, Notanga, Pamede, Sasna e Lubava, Suduwa, Galinda, Nadruwa, Pagude, Semba, Skalwa e Warme.



Etimologia del nome

Peter von Duisburg, monaco dell'Ordine teutonico, narrò la sottomissione dei Pruzzi nella sua opera Chronicon Terrae Prussiae, indicando gli abitanti con il loro nome latino (Pruteni). Il nome dei Pruzzi nella loro lingua era Prūsai, pronunciato con la u lunga. Non vi è accordo sul significato di questo nome: per alcuni deriva da "prūta/ prūota" (astuzia, intelligenza), per altri da "prūsna" (rango, onore) oppure "prūsas" (elevato), derivato a sua volta dalla radice indeuropea "purusah" (uomo, persona).
Secondo Peter von Duisburg i Pruzzi erano divisi in 10 tribù residenti in altrettante province così enunmerate:

Latinotedescolituanoantico prussiano
(ricostruito)
1PomesaniaPomesanienPamedėParmeddi
2VarmiaErmland,
Warmien
VarmėWarmi
3PogesaniaPogesanienPagudėPaguddi
4NotangiaNatangen
5SambiaSamlandSemba
6NadroviaNadrauen
7BartiaBartenBartaBarta
8ScaloviaSchalauenSkalva
9SudoviaSudauenSūduvaSūdawa
10GalindiaGalindienGalindaGalinda


Primi tentativi di evangelizzazione

I Pruzzi erano pagani. Secondo Peter von Duisburg
« Poiché essi non conoscevano il Signore, adoravano erroneamente le sue creature, ovvero il sole, la luna, le stelle, gli uccelli, i quadrupedi, e anche le serpi. Essi possedevano: fiumi, campi e boschi sacri, ove non osavano arare, pescare o raccogliere legna. »
Nel 997 il vescovo di Praga Adalberto tentò una prima missione di evangelizzazione. Contemporaneamente il duca di Polonia Boleslao intraprese una spedizione per la conquista militare del territorio. I Pruzzi sospettavano di Adalberto, ritenendolo una spia di Boleslao, e lo uccisero per aver profanato un bosco sacro.

Tentativi polacchi di conquista

Nel periodo successivo i polacchi tentarono ripetutamente di impadronirsi del territorio abitato dai Pruzzi, soprattutto al fine di ottenere uno sbocco sul Mar Baltico. Queste spedizioni venivano giustificate con la necessità dell'evangelizzazione, ma non conobbero mai il successo, a causa della accanita resistenza dei Pruzzi. Negli anni 1209, 1220 e anche successivamente fu il conte Corrado di Masovia a tentare di sottomettere i Pruzzi, ma anche i suoi tentativi vennero respinti. Nel 1224, aizzò contro i Pruzzi i "Cavalieri di Dobrin", che dipendevano dall'Ordine Teutonico. Anch'essi vennero respinti, e la controffensiva dei Pruzzi fu talmente intensa che lo stesso Corrado si vide in pericolo, e decise di chiedere aiuto all'Ordine teutonico

L'intervento dell'Ordine Teutonico

Corrado offrì all'Ordine i territori prussiani, in cambio dell'assistenza militare. Prima di intervenire, però, l'ordine attese che il possesso della Prussia ricevesse la conferma da parte dell'imperatore, la qual cosa avvenne con la Bolla d'oro di Rimini del 1266
Con il Trattato di Kruschwitz (1230), Corrado cedette all'Ordine teutonico la Terra di Chełmno e tutte le future conquiste in Prussia orientale. Non è ancora chiaro se il trattato fosse un diktat dell'Ordine a Corrado, oppure se non si tratti addirittura di un falso.

Cronologia della conquista

  • 1234 prima campagna di conquista.
  • 1242 prima ribellione dei Pruzzi (guidata da Herkus Monte)
  • 1249 Trattato di pace di Christburg.
  • 1260 - 1272 seconda ribellione dei Pruzzi

Ribellioni

Nel XIII secolo l'Ordine teutonico riuscì, dopo una lotta durata decenni, a sottomettere i Pruzzi e impadronirsi del loro territorio. Nei villaggi abitati dai Pruzzi venivano nominati capovillaggio dei Pruzzi convertiti, detestati dagli abitanti, soprattutto perché costringevano con la forza alle corvée i contadini sottomessi. Queste forme di sfruttamento, unite al mancato mantenimento delle promesse in fatto di libertà di culto provocarono il malcontento della popolazione, che sfociò in rivolte che travolsero le recenti conquiste dell'Ordine. I Pruzzi trovarono un alleato nel principe dei Sanboridi Swantopolk, il quale aveva compreso che l'Ordine teutonico non si sarebbe limitato a sottomettere i Pruzzi, ma puntava in realtà a instaurare nella regione un potente stato. Per questa sua iniziativa Swantopolk venne colpito da scomunica. I Pruzzi riuscirono a riprendere il controllo quasi totale del proprio territorio, e a espugnare molti castelli templari. Fu solo con l'aiuto del duca di Masovia che l'Ordine teutonico riuscì a riconquistare la Terra di Chełmno.
Nel 1243 papa Innocenzo IV proclamò la santa crociata contro i Pruzzi. Nel 1244 Swantepolk fu costretto a chiedere la pace, ottenendo però che l'Ordine cessasse le azioni belliche e l'oppressione dei Pruzzi. Solamente i castelli di Balga, Elbing, Kulm e Thorn rimasero in possesso dell'Ordine. La situazione era di una sovranità nominale da parte dell'Ordine teutonico sui territori dei Pruzzi. Ma l'autorità dei cavalieri non era per nulla solida, tanto che nel 1249 si giunse ad un nuovo trattato di pace, che stabiliva in 18 punti i diritti e doveri delle parti in conflitto.
Nel 1250 una grave sconfitta dei cavalieri teutonici pose fine al tentativo di soggiogare i Pruzzi Natangi. I Pruzzi Galindi, che non erano ancora stati conquistati, per prevenire ogni iniziativa dell'Ordine, si rivolsero al duca di Masovia. Per tutta risposta l'Ordine, nel 1253, intraprese una spedizione contro Barti e Galindi. I Pruzzi si rivoltarono nuovamente nel 1256 e nel 1261, riuscendo ogni volta a scacciare i cavalieri dell'Ordine, i quali, però, si asserragliavano nei principali castelli, e l'anno successivo ritornavano in forze soffocando le ribellioni e riprendendo controllo del territorio. Lentamente la resistenza dei Pruzzi si sgretolava. Nel 1271 papa Clemente IV proclamò una nuova crociata contro i pagani del nord, e a metà degli anni 1270 solamente le tribù più settentrionali non erano state sottomesse, e solamente nel 1283 l'ultimo capo dei Pruzzi, Skurdo, fu costretto ad accettare il battesimo.
Decenni di combattimenti ebbero un costo umano pesantissimo: alcuni studiosi stimano che perse la vita tra il 20 e il 50% dei Pruzzi. Nei decenni successivi l'Ordine teutonico favorì l'afflusso di coloni tedeschi, assimilando di fatto la popolazione indigena. Ciò nonostante riuscirono a mantenere la propria identità sino al XVIII secolo.

Bibliografia

  • Pietro di Dusburg, Cronaca della terra di Prussia (Chronica terrae Prussiae). L’Ordine Teutonico dalle origini al 1326, introduzione, traduzione dal latino e note a cura di Piero Bugiani, Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo (CISAM), Spoleto 2012, pp. CXXV-556.
  • Piero Bugiani, I Prussiani in alcune fonti del Medio Evo, in Incontri Baltistici in PisaStudi e saggi, Joker, Novi Ligure 2017, pp. 111-128.
  • Piero Bugiani, Sul prussiano Criwe e la sua preistoria, in «Res Balticae», 12 (2012), pp. 25-37.]

Voci correlate


Bandiera

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Il Sacro Romano Impero Germanico (Primo Reich) da Ottone I a Federico II

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Per convenzione, la nascita del Sacro Romano Impero Germanico si fissa al 962, quando Ottone di Sassonia si fece incoronare da papa Giovanni XII imperatore di un'entità che comprendeva Germania e Italia (e poi Borgogna, Boemia e Moravia). Ma gran parte della storiografia italiana e francese vi include l'Impero carolingio e quindi ne indica l'inizio nell'incoronazione di Carlo Magno nell'800. Carlo stesso, al titolo di re dei Franchi, aggiunse quello di "Augustus Imperator Romanorum gubernans Imperium", conferitogli da papa Leone III durante l'incoronazione.
Questa "restaurazione" dell'Impero Romano in Europa occidentale era legata alla figura di Carlo Magno e relativi discendenti, alle sue conquiste e allo speciale rapporto dei Carolingi con il papato. Non si può dire che il Sacro Romano Impero Germanico ne avrebbe raccolto tutta l'eredità: avendo perso il regno di Francia, l'avrebbe condivisa con la corona francese.[8]
Al di là della cesura provocata dalle lotte tra i discendenti di Carlo, comunque, la successione imperiale continuò a essere vista senza soluzione di continuità: gli imperatori si consideravano successori di Carlo Magno: Carlo IV e Carlo V portavano questi ordinali perché Carlo I era stato Carlo Magno, Carlo II Carlo il Calvo e Carlo III Carlo il Grosso.
L'Impero carolingio copriva un'area che include le odierne Francia e Germania, la Catalogna e buona parte dell'Italia settentrionale, anche se la dinastia che governava questi territori era di stirpe franca, e dunque germanica. L'Impero acquistò un carattere più germanico dopo la spartizione attuata dal Trattato di Verdun dell'843, grazie al quale la dinastia Carolingia proseguì — per pochi decenni — su linee indipendenti nelle tre regioni. La parte più orientale cadde sotto Ludovico II il Germanico, che ebbe vari successori fino alla morte di Ludovico IV, detto "il Fanciullo", ultimo carolingio della parte orientale.
Alla morte di Ludovico IV, i duchi di AlemanniaBavieraFranconia e Sassonia elessero Corrado I Sacro Romano Imperatore dei Franchi, non Carolingio, come loro capo nel 911. Il suo successore Enrico I (919 - 936), un sassone, accettò un Impero orientale separato da quello occidentale franco (ancora retto dai Carolingi) nel 921 chiamando sé stesso rex Francorum orientalium (re dei Franchi Orientali).
Enrico designò come suo successore il figlio Ottone, che fu eletto Re ad Aquisgrana nel 936. Questi più tardi, incoronato Imperatore col nome di Ottone I (poi chiamato "il Grande") nel 962, avrebbe marcato un passo importante, verso l'Impero (e non verso il Regno dei Franchi orientali che era l'altro residuo del Regno Franco) e avrebbe avuto la benedizione del Papa. Ottone aveva guadagnato prima molto del suo potere, quando nel 955 aveva sbaragliato i Magiari nella battaglia di Lechfeld.
Nella letteratura contemporanea e successiva, ci si riferisce all'incoronazione come a una translatio imperii, trasferimento dell'Impero. Il mitico sottinteso era che c'era e ci sarebbe stato sempre un solo impero. Si considerava che fosse cominciato con Alessandro Magno, fosse passato ai Romani, poi ai Franchi, e finalmente al Sacro Romano Impero (e questo spiega il Romano nel nome dell'Impero). Gli imperatori tedeschi si consideravano quindi i diretti successori di quelli dell'Impero Romano; e per questo motivo inizialmente si davano il titolo di Augusto. Inizialmente essi non si chiamarono ancora Imperatori "Romani", probabilmente per non entrare in conflitto con l'Imperatore Romano che ancora esisteva a Costantinopoli. Il termine Imperator Romanorum divenne comune solo successivamente all'epoca di Corrado II.
A quel tempo, il regno più orientale non si presentava come un'entità omogenea definibile già come "tedesca", ma era piuttosto costituito dall'alleanza delle vecchie tribù germaniche dei BavariSvevo-AlemanniFranconi e Sassoni. L'Impero come unione politica probabilmente sopravvisse solo per la forte personalità e influenza di Enrico il Sassone e di suo figlio Ottone. Tuttavia, anche se formalmente eletti dai capi delle tribù germaniche, nella realtà essi riuscirono a designare i loro successori.
Questo cambiò dopo Enrico II morto nel 1024 senza figli quando Corrado II, primo della dinastia Salica, fu eletto re nello stesso anno solo dopo qualche dibattito. Come esattamente il re fosse scelto sembra essere una complicata combinazione di influenza personale, lotte tribali, eredità e acclamazione da parte dei capi chiamati a formare l'assemblea dei grandi elettori.
Già a quel tempo il dualismo fra i territori, quelli delle vecchie tribù radicate nelle terre dei Franchi ed il Re/Imperatore, divenne solo apparente. Ciascun re preferiva passare la maggior parte del tempo nei suoi territori. Questa pratica cambiò solo al tempo di Ottone III re nel 983, imperatore dal 996 al 1002, che cominciò a utilizzare le sedi vescovili sparse nell'Impero come sedi temporanee del governo. Anche i suoi successori Enrico IICorrado II ed Enrico III, apparentemente riuscirono a legare i duchi al territorio. Non è, quindi, una coincidenza se all'epoca la terminologia cambia e si trovano le prime occorrenze del termine Regnum Teutonicorum.
La gloria dell'Impero quasi si estinse nella Lotta per le investiture, durante la quale il Papa Gregorio VII scomunicò Enrico IV (Re nel 1056, Imperatore dal 1084 al 1106). Sebbene fosse stata tolta dopo il viaggio a Canossa del 1077, la scomunica ebbe vaste conseguenze. Nel frattempo i duchi tedeschi avevano eletto un secondo Re Rodolfo di Svevia, che Enrico IV poté sconfiggere solo dopo una guerra di tre anni nel 1080. Le radici mitiche dell'Impero erano danneggiate per sempre; il Re tedesco era stato umiliato. Più importante ancora, la Chiesa diveniva un'entità indipendente sulla scacchiera dell'Impero.

L'Impero "Romano" sotto gli Staufen

Corrado III salì al trono nel 1138, fu il primo imperatore della dinastia Hohenstaufen (o di Svevia, in quanto gli Hohenstaufen erano duchi di Svevia), il cui periodo coincise con la restaurazione della gloria dell'Impero anche sotto le nuove condizioni del concordato di Worms. Fu Federico I "Barbarossa", il secondo della dinastia di Svevia (Re nel 1152, Imperatore dal 1155 al 1190) a chiamare per primo "Sacro" l'Impero.
Inoltre sotto il Barbarossa l'idea della "Romanità" dell'Impero tornò a crescere, quasi fosse un tentativo di giustificare il potere imperiale indipendente dal Papa. Un'assemblea imperiale nelle campagne di Roncaglia nel 1158 esplicitamente giustificò i diritti imperiali con la opinione di quattuor doctores del nuovo organismo giuridico della Università di Bologna, che cita frasi come princeps legibus solutus (il Principe non è soggetto alla legge) tratte dai Digesta del Corpus iuris civilis. Che i legislatori romani l'avessero creato per un sistema completamente diverso che non coincideva affatto con la struttura dell'Impero era considerato del tutto secondario; la corte dell'imperatore aveva la necessità di legittimarsi storicamente.
Ai diritti imperiali ci si era riferiti con il termine generico di regalia fino alla Lotta per le investiture, ma furono enumerati per la prima volta a Roncaglia. Questo elenco includeva strade pubbliche, tariffe, emissione di moneta, raccolta di imposte punitive e la nomina e revoca dei funzionari. Questi diritti furono radicati esplicitamente nella Legge Romana, come fosse una legge costituzionale; il sistema fu anche connesso alla legge feudale, e il cambiamento più evidente fu il ritiro dei feudi di Enrico il Leone nel 1180 che portò alla sua scomunica. Barbarossa, quindi, per un certo tempo, cercò di legare più strettamente i riottosi duchi tedeschi all'impero come un tutt'uno.
Un'altra importante novità costituzionale di Roncaglia fu lo stabilimento di una nuova pace (Landfrieden) per tutto l'Impero, un tentativo non solo di abolire le vendette private fra i duchi locali, ma anche di legare i subordinati dell'Imperatore a un sistema di giurisdizione e di persecuzione pubblica degli atti criminali, concetto che all'epoca non era universalmente accettato.
Poiché dopo la lotta per le investiture l'imperatore non poteva più appoggiarsi alla Chiesa per mantenere il potere, gli Staufen sempre più concedevano terra a funzionari che Federico sperava fossero più manovrabili dei duchi locali. Inizialmente utilizzati soprattutto per servizi di guerra, questi avrebbero formato la base per la futura classe dei cavalieri, altro appoggio del potere imperiale.
Un altro concetto innovativo per il tempo era la fondazione sistematica di nuove città, sia da parte dell'Imperatore sia da parte dei Duchi locali. Ciò era dovuto all'esplosione della popolazione, ma anche alla necessità di concentrare il potere economico in località strategiche, mentre fino ad allora le sole città esistenti erano di antica fondazione romana o le più vecchie sedi vescovili. Fra le città fondate nel XII secolo Friburgo, modello economico per molte altre successive, e Monaco.
Il successivo regno dell'ultimo degli Staufen, Federico II, fu per molti aspetti differente da quello dei predecessori. Ancora bambino inizialmente regnò in Sicilia, mentre in Germania il figlio del BarbarossaFilippo di Svevia e Ottone IVcompetevano con lui per il titolo di Re dei Germani. Dopo essere stato incoronato imperatore 1220, rischiò il conflitto con il Papa per aver reclamato il potere su Roma; in modo stupefacente per molti, si impossessò di Gerusalemme nella crociata del 1228, mentre era ancora scomunicato dal Papa.
Mentre riportava in auge l'idea mitica dell'Impero, Federico II compì il primo passo nel processo che avrebbe portato alla sua disintegrazione. Da un lato si concentrò sull'instaurare in Sicilia uno Stato di straordinaria modernità per i tempi, con servizi pubblicifinanze e sistema giudiziario. Dall'altro, fu l'Imperatore che concesse i maggiori poteri ai Duchi tedeschi, con due Privilegi che non sarebbero stati più revocati dal potere centrale. Nel 1220, con Confoederatio cum principibus ecclesiasticis, Federico in sostanza cedeva ai vescovi un certo numero di diritti imperiali (regalia), fra cui quelli di stabilire tariffe, battere moneta ed erigere fortificazioni. Nel 1232 con lo Statutum in favorem principumestendeva tali diritti agli altri territori.
Benché molti di questi privilegi esistessero già, non erano elargiti in modo generalizzato e definitivo, onde permettere ai Duchi di mantenere l'ordine al Nord delle Alpi, mentre Federico voleva concentrarsi sulla sua terra natale, l'Italia. Nel documento del 1232 per la prima volta i Duchi tedeschi sono chiamati Domini terrae, proprietari della terra, altra novità notevole.
Qui sotto possiamo vedere lo stemma del Sacro Romano Impero durante il regno di Federico II di Hoenstaufen, duca di Svevia, re di Sicilia e Imperatore.