giovedì 29 marzo 2018

Situazione in Siria dopo l'intervento della Turchia ad Afrin e la Battaglia di Ghouta presso Damasco





Nessun testo alternativo automatico disponibile.

Nessun testo alternativo automatico disponibile.

Ormai il novanta per cento della Ghouta orientale, l'enclave alle porta di Damasco ancora nelle mani degli jihadisti, è stata liberata dall'esercito siriano del presidente Bashar al-Assad e da Arbin, Zamalka e Jobar si prepara l'evacuazione dei miliziani di Faylaq al-Rahman, con cui si è raggiunto un accordo: saranno trasferiti a Idlib, nel settore siriano controllato dalla Turchia, per opporsi alle forze fondamentaliste del fronte Al-Nustra (ramo siriano di Al-Qaeda).

Soltanto una località, la Douma, è ancora nelle mani degli uomini di Jaysh al-Islam, che stanno tuttavia trattando per una resa, mentre nei quartieri di Damasco già si festeggia la fine dell'offensiva con feste in piazza e fuochi d'artificio.

La scorsa settimana 1500 combattenti legati ad Ahrar al-Sham sono stati evacuati. Sabato quelli di Faylaq al-Rahman, 5-6 mila uomini, hanno iniziato a lasciare l'area. Tra oggi e domani le operazioni dovrebbero concludersi e con la prossima settimana anche i 5000 di Jaysh al-Islam lasceranno l'area. Tremila civili bisognosi di cure hanno già potuto abbandonare la zona.

Enormi cortei di auto con i clacson a tutto volume hanno attraversato la capitale il sabato sera, alcuni quartieri hanno festeggiato con fuochi d’artificio. L’esercito ha riconquistato il 90 per cento dell’enclave ribelle. Questa settimana entrerà nel vivo l’evacuazione dei ribelli di Faylaq al-Rahman da Arbin, Zamalka e Jobar, tre popolosi sobborghi attaccati alla capitale, da dove partivano razzi e colpi di mortaio. Rimane solo una città, Douma, controllata dal gruppo Jaysh al-Islam, che però sta trattando la resa. Ieri ci sono stati solo sporadici colpi di artiglieria e mortai, uno ha colpito un campo di calcio e ucciso un ragazzo che si stava allenando con i compagni


Il consenso per il governo di Bashar Assad, nella capitale, è alto in questo momento: la fine della battaglia della Ghouta significa il ritorno a una vita normale, dopo sette anni. Stretti fra raid incessanti e l’offerta di una resa onorevole, i ribelli hanno invece alla fine accettato di lasciare l’enclave. Venerdì c’è stata l’evacuazione del gruppo Ahrar al-Sham, 1500 combattenti, ieri è cominciata quella del gruppo Faylaq al-Rahman, 5-6 mila uomini, che dovrebbe concludersi fra oggi e domani. La prossima settimana è prevista invece quella di Jaysh al-Islam, altri 5000 uomini. Il gruppo ha già rilasciato decine di soldati prigionieri e fatto uscire 3 mila civili bisognosi di cure.  

La fine della battaglia della Ghouta si avvicina e per il governo è una vittoria strategica, forse più importante di quella ad Aleppo Est nel dicembre 2016. Dopo la riconquista della Ghouta i governativi potranno dirottare enormi risorse di uomini e materiali finora bloccati nel controllo dell’enclave, da dove partivano attacchi e infiltrazioni di combattenti, razzi e colpi di mortaio che rendevano precaria la sicurezza nella capitale. Per la battaglia finale Bashar al-Assad ha impegnato sei divisioni dell’esercito regolare e della Guardia Repubblicana, in totale 90 mila uomini. Più una brigata di volontari palestinesi, in quanto a Damasco c’è una grossa comunità palestinese schierata con il regime, come già ad Aleppo. 

Le milizie sciite, a parte una brigata locale della Difesa nazionale, simile all’Hash al-Shaabi irachena, sono state escluse dalla battaglia. Assad e Mosca hanno deciso che doveva essere gestita dall’esercito con il solo aiuto dei consiglieri militari russi, per ragioni politiche.
Assad è consapevole del suo ruolo di garante “dell’unità della Siria” a fronte di un concreto rischio di smembramento dello stato in zone di influenza da parte delle potenze straniere, soprattutto da quando la Turchia ha avviato una "pulizia etnica" contro i Curdi nella provincia di Afrin.



Ora gran parte delle forze governative potranno essere dirottare verso i fronti “esterni”: la provincia di Idlib a Nord-Ovest, la provincia di Daraa, a ridosso del Golan, a Sud-Ovest. Le tensioni con la Turchia a nord e con Israele a sud sono destinate a crescere, anche se la Russia si è impegnata in un ruolo di mediazione che, fino ad ora, ha evitato che questa guerra potesse estendersi e dilagare.

E mentre Trump sembra intenzionato a disimpegnarsi dal fronte siriano, o quantomeno a limitare la presenza dei marines alle basi militari vicine ai pozzi petroliferi, al contrario Macron si è proposto come garante dei Curdi di Siria e ha dichiarato che la Francia sarebbe pronta a subentrare agli Usa nel controllo del nord-est del paese, al confine con la Turchia.
Immediata e implacabile è stata la risposta di Erdogan: la Turchia proseguirà la sua conquista del Kurdistan siriano, ad ogni costo.
A questo punto, anche il minimo fuoco può diventare un incendio.



On March 26, 6,749 militants and members of Faylaq al-Rahman and their relatives left the southern part of Eastern Ghouta and were transferred using 110 buses to the militant-held part of Idlib province, according to the Russian Center for Reconciliation of the opposing sides in Syria.

Over the past three days, 13,190 militants and their family members have been evacuated from Eastern Ghouta. Faylaq al-Rahman also released 26 Syrian service members and civilians under the evacuation agreement.

A former membert of Faylaq al-Rahman on the situation in Eastern Ghouta:

On the same day, the Center said that over 114,000 people had left Eastern Ghouta via humanitarian corridors since the introduction of the daily humanitarian pause.

The Syrian Arab Army (SAA) has established full control of the area of Harasta abandoned by members of Ahrar al-Sham and is now preparing to enter the remaining militant-held areas in the southern part of Eastern Ghouta as militants withdraw.

The area of Douma remains the only militant stronghold in the region. Jaish al-Islam’s political leader Mohammed Alloush claimed on March 26 evening that the group is not going to retreat from the town. However, this statement is barely based on the reality as the area of Douma is now  fully besieged by government forces.

Jaish al-Islam will likely be able to keep control over Douma until the rest of militants retreat from the southern part of Eastern Ghouta. As soon as militants retreat, the SAA will start efforts to take control of Douma despite Jaish al-Islam’s propaganda claims.

Government troops are in the town of Haza.

Origini e significati del Tryzub, il tridente nazionalista diventato lo stemma dell'Ucraina

Lesser Coat of Arms of Ukraine.svg







Герб України
(Gerb Ukraїni)

Blasonatura: scudo blu con tridente giallo
Lo Stemma dell'Ucraina (in ucrainoДержавний Герб України) o più comunemente Tryzub (tridente in ucraino) ha lo stesso colore della bandiera ucraina; uno scudo blu con un tridente giallo, chiamato tryzub. Appare anche sulla bandiera presidenziale.
L'emblema rappresenta una composizione prearaldica collegata alla dinastia Rurik, che fondò e governò il Gran Principato di Kiev fino all'invasione dei Mongoli, e ad altri elementi risalenti al quindicesimo secolo. Non è possibile determinare con accuratezza l'origine ed il significato del significato del tridente ucraino, sembra possa essere collegato alla scrittura della parola libertà (ВОЛЯ) pronunciata VOLYA. Scavi archeologici mostrano il simbolo del tridente sin dal Primo secolo a.C.
Un'ipotesi attualmente in voga è che il Tryzub fosse la stilizzazione di un'aquila capovolta, ossia con un volo in picchiata probabilmente per cacciare una preda.

Potrebbe trattarsi anche di un falco, simbolo di libertà e capacità di lottare vittoriosamente.




È lo stemma ufficiale Ucraino dal 26 giugno 1996. È stato in passato simbolo nazionale durante il periodo durante il quale la nazione fu indipendente (1917 - 1920).




Risultati immagini per Tryzub


Tryzub
Тризуб
Hrestomech.png
Formation14 October 1993; 24 years ago
Location
Leader
Victor Serdulets'
Websitehttp://banderivec.org.ua/index.php[last modified ca. March 2014]
Tryzub (UkrainianТризуб) is a far-right[1] Ukrainian paramilitary organization founded in 1993 by the Congress of Ukrainian Nationalists.[2][3] Its full name is the Stepan Bandera All-Ukrainian Organization ″Tryzub″(UkrainianВсеукраїнська організація ″Тризуб″ імені Степана Бандери) and its main goal is to create the Ukrainian United Independent State (UkrainianУкраїнська Соборна Самостійна Держава, УССД). According to Tryzub, its enemies in achieving this goal are ″imperialism and chauvinism, fascism and communism, cosmopolitanism and pseudo-nationalism, totalitarianism and anarchy, any evil that seeks to parasitize on the sweat and blood of Ukrainians″.[4]

History

Created October 1993 by the Congress of Ukrainian Nationalists,[2][3] Tryzub's leader since 2005 is Dmytro Yarosh.[1] Among other important figures one names Ternopil's Officer Union member Eugene Fil (Євген Філь) and Ivan Suta (Іван Сута).[5] Dmytro Yarosh himself pointed out the presence educated theorists members as well and he named the figures of Serhiy Kvit (Сергій Квіт) and Peter Ivanishin.[6]
Tryzub became the basis for the formation of the Right Sector, and Dmytro Yarosh became the leader of the new right-wing coalition.[1] As of 5 February 2014, the Investigative Committee of Russia claimed to have issued an international arrest warrant for Dmytro Yarosh.[7]

Hrestomech.png

Name and symbols

The name ″Tryzub″ (″Тризуб″) is the name of the coat of arms of Ukraine where the front shape resembles a trident. While in Ukrainian there is the special term ″тризубець″ for a trident per se, the shape on the coat of arms is specifically called by a derivative term "тризуб". The difference between ″тризубець″ and "тризуб" is not fully translatable in English yet resemble a bit the one between a trident and a trishula. While the first is more casual, the second is more heavily connected with symbolism.
The organization logo consists by the official description of "the Christ sword and the trysub, like the one of the Organization of Ukrainian Nationalists[8]".

References

  1. Jump up to:a b c Simon Shuster (2014-02-04). "Exclusive: Leader of far-right Ukrainian militant group talks revolution with TIME". TIME.com. Retrieved 2014-02-15.
  2. Jump up to:a b Kuzio, Taras (23 April 2013). "Contemporary Nationalism in Ukraine: Why we need a Broader Analytical Framework". arriman Institute Workshop, Columbia University, April 2013Creating paramilitaries also proved to be failure. In 1993, the Stepan Bandera Sports-Patriotic Association Tryzub (Trident) was established by KUN as its paramilitary arm, mimicking UNA, DSU and the SNPU who also established paramilitary formations. Tryzyb also followed in the tradition of a political organisation (KUN/OUN) having its military forces (Tryzub/UPA).
  3. Jump up to:a b Likhachev, Viacheslav (September–October 2013). "Right-Wing Extremism on the Rise in Ukraine". Russian Politics and Law51 (5). doi:10.2753/RUP1061-1940510503ISSN 1558-0962Other notable ultraright groups in Ukraine include the Trident named in honor of Stepan Bandera (based on the Congress of Ukrainian Na- tionalists)...
  4. Jump up^ Декларація наших принципів (in Ukrainian). Тризуб. Archived from the original on 2014-02-09.
  5. Jump up^ Націоналісти у Тернополі відзначили 20-річчя "Тризубу" ім. Степана Бандери (in Ukrainian). 7 Днів-Україна. 2013-11-01. Retrieved 2014-02-15.
  6. Jump up^ Мустафа Найем, Оксана Коваленко. (2014-02-04). Лідер Правого сектору Дмитро Ярош: Коли 80% країни не підтримує владу, громадянської війни бути не може (in Ukrainian). Українська правда. Retrieved 2014-02-15.
  7. Jump up^ Россия объявила лидера "Правого сектора" в международный розыск (in Russian). Лента.Ру. 2014-03-05. Retrieved 2014-03-04.
  8. Jump up^ "Cтатут" (in Ukrainian). Тризуб. Archived from the original on 2014-02-09.